Dalla ricerca scientifica arrivano grosse novità per i pazienti nefropatici: farmaci sviluppati inizialmente per la cura del diabete saranno presto impiegati anche nella malattia renale cronica mentre le ultime frontiere della terapia cellulare promettono di rendere i trapianti ancora più efficaci e duraturi. Sono solo due esempi delle novità che verranno discusse durante il 62° Congresso della Società Italiana di Nefrologia (SIN RENI), che si svolge dal 6 al 9 ottobre a Rimini.

In occasione della odierna conferenza stampa di presentazione, gli specialisti della SIN hanno fatto il punto sul tema Covid-19 e vaccinazioni, perché si è reso necessario ripensare lo schema vaccinale per i pazienti nefropatici e dare il via alle terze dosi. Particolare attenzione è stata riservata alla cosiddetta green nephrology: “La nefrologia ha un legame doppio con la questione ambientale – ha affermato Piergiorgio Messa, Presidente SIN – da una parte il cambiamento climatico ha un impatto negativo sulla salute dei reni, dall’altra le terapie nefrologiche, dialisi specialmente, sono particolarmente impattanti dal punto di vista ambientale. È ora di cercare delle soluzioni”.

La vaccinazione Covid-19

“Gli effetti dell’epidemia da Sars-Cov-2 sui malati nefrologici sono stati particolarmente gravosi: come ha dimostrato una survey condotta dalla SIN, fra i dializzati si è registrata una mortalità 10 volte superiore a quella a oggi stimata nella popolazione generale durante la seconda fase della pandemia (26% vs 2,4%)”, ha affermato Mario Salomone, Segretario SIN. Per questo SIN aveva chiesto a gran voce l’inserimento di questi pazienti fra le categorie che per prime dovevano accedere alla vaccinazione anti Covid-19 e ora ha accolto con estremo favore l’indicazione per una terza dose nei pazienti nefropatici.

“Dai dati raccolti – ha precisato infine il professor Messa, direttore dell’ Unità operativa complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale del Policlinico di Milano, ordinario di Nefrologia all’Università di Milano –  appare evidente che nei dializzati la risposta anticorpale alla vaccinazione sia inferiore del 20-30% rispetto alla popolazione generale, diminuzione che arriva al 60% – e oltre – nei trapiantati. Questi dati inducono a ritenere che i nostri pazienti possano essere ancora suscettibili di contrarre l’infezione, suggerendo che una terza dose – che si è dimostrata in grado di raddoppiare il livello di anticorpi – possa permettere anche ai pazienti nefropatici una risposta anticorpale idonea a incrementare le difese contro il virus”.