La malattia che scatena incontrollabili attacchi di sonno, la narcolessia, spesso legata a obesità grave, sindrome neurologica e problemi respiratori del tipo apnee, ora sembra propiziata dalla cancellazione di un messaggero chimico nel cervello da parte delle cellule del sistema immunitario. Sulla rivista Nature esce una ricerca condotta in Svizzera da ricercatori italiani.

Un mediatore denominato ipocretina (orexina), coinvolto nella regolazione del ritmo sonno-veglia, viene cancellato perché i neuroni che lo producono vengono attaccati. Un meccanismo autoimmune favorito da una predisposizione genetica. I ricercatori lo hanno scoperto analizzando, in pazienti con narcolessia, la presenza di cellule del sistema immunitario (i linfociti T) che riconoscono l’ipocretina e che possono sopprimere direttamente o indirettamente i neuroni che la producono. Bloccandoli nelle prime fasi, si potrebbe prevenire la progressione della malattia.

“La narcolessia comporta sonnolenza di giorno, distrazioni ripetute, addormentamenti repentini a volte con perdita del tono muscolare” – spiegava il Professor Giuseppe Plazzi, esperto mondiale di narcolessia, in occasione di un importante simposio. Un farmaco moderno (pitolisant) della francese Bioprojet ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Non è uno stimolante che tiene svegli per così dire i neurotrasmettitori, o un neurolettico, ma potenzia l’attività dei neuroni cosiddetti istaminergici, tecnicamente è antagonista selettivo, agonista inverso, dei recettori H3 dell’istamina, e riduce gli attacchi cataplettici.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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