In Italia oltre la metà delle apparecchiature è obsoleto, a cominciare dai mammografi tradizionali, che hanno un’età media di 14 anni. Lo afferma un rapporto di Assobiomedica, che è parte in causa e al tempo stesso osservatorio privilegiato. Si salvano i mammografi digitali, le Pet (tomografia a positroni), i sistemi radiografici ad arco e le radiologie mobili. La tecnologia ha perfezionato esami quali le ecografie, risonanze magnetiche, angiografie e terapia intensiva. Secondo Fernanda Gellona, direttore generale di Assobiomedica, è necessario tornare a investire per rinnovare le strutture sanitarie. È possibile farlo intervenendo sui meccanismi di rimborso, con tariffe penalizzanti per i macchinari troppo vecchi, sul modello francese. Una sorta di rottamazione. (Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale)