Pubblicato sul sito della Fondazione Armenise Harvard il bando per l’assegnazione di una borsa da 200mila dollari finalizzata a sostenere in Italia ricercatori in carriera (mid-career) impegnati nel campo delle malattie neurodegenerative. L’annuncio è venuto da un comunicato diffuso da Airalzh Onlus, Associazione Italiana Ricerca Alzheimer.

 

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Che cos’è il mid-career

Mid-career è un passaggio cruciale nella vita di un ricercatore. Spesso i concorsi lanciano giovani talenti, che vengono arruolati quando sono ancora alle prime armi. Che cosa succede dopo? Nella fase successiva i ricercatori, acquisito un importante bagaglio di esperienze, hanno ancora tanti anni davanti per lanciare progetti, assumere ruoli di leadership e portare a casa risultati preziosi. In questo senso si inserisce il bando congiunto di Armenise Harvard Foundation e Airalzh, aperto per raccogliere candidature di scienziati mid-career, professionisti che già guidano un laboratorio indipendente in Italia da almeno cinque anni, con un limite di 12 anni.

Malattie neurodegenerative

Le malattie neurodegenerative sono affezioni a carico del sistema nervoso centrale con andamento cronico progressivo tendenzialmente irreversibile, caratterizzate da grave sofferenza dei neuroni, la cui genesi, spesso sconosciuta, può riconoscere sia cause genetiche sia determinanti ambientali. Le patologie neurodegenerative (citazione dall’enciclopedia Treccani) comportano deficit cognitivi, demenza, alterazioni motorie, disturbi comportamentali. Le forme morbose più note sono la malattia di Alzheimer e il Parkinson, a seguire la corea di Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la paralisi progressiva e varie forme di demenza.

 

Armenise Foundation

La Fondazione Giovanni Armenise nasce a Boston presso l’Harvard Medical School con l’obiettivo di sostenere la ricerca di base, con un occhio di riguardo nei confronti degli scienziati italiani. In Italia è balzata più volte agli onori della cronaca. Ne avevamo scritto tre anni fa, quando nel laboratorio di biologia strutturale Armenise-Harvard dell’Università di Pavia fu stilato il primo catalogo delle malattie genetiche rare sul collagene. Sempre qui, nei mesi della pandemia, Federico Forneris, professore del dipartimento di biologia e biotecnologie, ha partecipato al primo studio multicentrico nazionale su infezione e immunità del virus Sars-Cov2, avvalendosi di un test sierologico messo a punto con lo IEO, Istituto europeo di oncologia. Scopo del progetto era quello di misurare l’andamento degli anticorpi dopo Covid-19 al fine di valutare per quanto tempo questi proteggono dalla reinfezione.

 

Immunologia

Nell’ottobre 2019 all’Ospedale San Raffaele un gruppo guidato da Matteo Iannacone, rientrato in Italia dagli Stati Uniti grazie al Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard, annunciava di aver svelato i meccanismi che regolano la risposta del sistema immunitario al virus HBV nell’epatite B cronica, ricerca co-finanziata da European Research Council (ERC), da Fondazione AIRC. Nel settembre 2018 l’Ateneo pavese, Armenise Harvard Foundation e Fondazione AIRC, annunciarono la scoperta della struttura molecolare di LH3, un enzima coinvolto nell’osteogenesi imperfetta, e nella formazione di metastasi in diversi tipi di tumore, una acquisizione finalizzata allo sviluppo di terapie innovative.

 

Airalzh Onlus

L’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, costituita nel 2014, promuove su scala nazionale la ricerca sulla malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. “In questi anni – ha scritto Alessandra Mocali, presidente del sodalizio – abbiamo sostenuto una rete nazionale di giovani ricercatori. Riteniamo importante tuttavia dare ai ricercatori il tempo di crescere professionalmente, per arrivare al raggiungimento di risultati tangibili. Ed è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo la proposta della Fondazione Armenise Harvard, per sostenere gli scienziati anche nella fase intermedia della loro carriera”.

 

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Neurosviluppo

Da segnalare nel campo delle neuroscienze, tra le più recenti supportate da Armenise Harvard in Italia, l’indagine guidata da Claudia Lodovichi, neurobiologa con alle spalle una lunga esperienza negli Stati Uniti, prima alla Duke University in North Carolina, poi alla Columbia University, New York. Dopo aver vinto il Career Development Award, la Lodovichi è tornata in Italia,  all’istituto di medicina molecolare di Padova (VIMM) per concentrarsi sulla comprensione dei circuiti nervosi. Nel febbraio dell’anno scorso un lavoro pubblicato su Proceedings (PNAS) ha affrontato l’insorgenza di patologie del neurosviluppo  attraverso il monitoraggio della migrazione dei precursori (neuroblasti). Questo lavoro, sostenuto da Telethon, e dal progetto Nanomax del ministero dell’istruzione, università e ricerca, è stato condotto in collaborazione con CNR, Scuola Normale Superiore di Pisa, Università di Padova, IIT di Genova e Università Vita e Salute San Raffaele di Milano. Gli autori affermano che “lo studio dell’alterazione nella maturazione dei neuroni durante i primi mesi di vita dei bambini, come conseguenza della mutazione del gene OPHN1, associato alla disabilità intellettiva umana, apre la strada alla possibilità di ripristinare il normale processo di neurogenesi per via farmacologica, identificando nuovi target per la terapia di sindromi come l’autismo”.