La nuova frontiera della medicina nota come CAR-T (chimeric antigen receptor T-cell) esce dal cono d’ombra alla faccia del Covid-19. Parliamo di una tecnica sofisticata che riesce a combinare immunoterapia, genomica e staminali da rivolgere contro i tumori. In particolare la terapia cellulare mostra la sua maturità nei casi ben selezionati di leucemia linfoblastica acuta o linfoma, indifferenti ai trattamenti reiterati (sindrome refrattaria o recidivante). In un prossimo futuro si prevede che le CAR-T saranno la chiave di volta per risolvere dozzine di malattie diverse, non solo quindi tumori del sangue, ma anche neoplasie che interessano gli organi solidi, grazie a un arsenale di cellule immunocompetenti prelevate al soggetto in cura e reintrodotte nel torrente circolatorio dopo un passaggio in laboratorio dove vengono istruite, ingegnerizzate in modo da farle diventare veri e propri farmaci anticancro personalizzati.

La pandemia da nuovo Coronavirus ha sconvolto il calendario delle degenze ospedaliere programmate, ciononostante queste CAR-T restano la più promettente soluzione offerta dalla ricerca sul cancro. Ecco perché si moltiplicano gli appelli a preservare queste eccellenze della lotta ai tumori. «Per ovviare alla crisi di questi mesi funestati dalla pandemia da virus Sars-Cov-2 occorre riorganizzare rapidamente l’assistenza, facendo tesoro delle buone pratiche messe in atto dalle Regioni virtuose». Questo il messaggio lanciato da un pool di esperti riuniti da Motore Sanità, in Emilia-Romagna, in occasione di un seminario online (webinar) con collegamenti da Bologna e Modena, evento condotto da Giulia Gioda, seguito da mezzo migliaio di spettatori in rete.

L’Agenzia Italiana del Farmaco, il 7 agosto dell’anno scorso, ha dato semaforo verde alla rimborsabilità della prima terapia a base di cellule CAR-T disponibile in Italia, denominata Kymriah (tisagenlecleucel). Due mesi più tardi, con delibera della Regione Emilia Romagna, è stata attribuita al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna la gestione della procedura, e pochi giorni dopo Aifa consegnava il passaporto anche a Yescarta. Di notevole interesse, quindi non solo per addetti ai lavori, è il documento di sintesi scaricabile a questo link, documento scaturito al termine dell’assise scientifica, e che siamo in grado di segnalare in anteprima.

In queste ore è stata diffusa la notizia che la Commissione europea, per compattare i tempi in vista dei dati completi, ha rilasciato l’autorizzazione condizionata per KTE-X19, terapia cellulare autologa con recettore antigenico chimerico rivolta ai pazienti adulti con linfoma mantellare recidivante o refrattario dopo due o più tentativi precedenti con altre linee d’intervento. Si stima che ogni anno in Europa almeno 7.400 persone ricevano una diagnosi di questa rara forma di linfoma non-Hodgkin che colpisce tipicamente i maschi sopra i 60 anni. Analogamente a Yescarta (axicabtagene ciloleucel, altra CAR-T disponibile anche in Italia) KTE-X19 è una terapia diretta contro l’antigene CD19. La differenza risiede nel processo di produzione, modificato per incrementare la quota di linfociti e  catturare le cellule tumorali nelle neoplasie maligne delle cellule B con linfoblasti circolanti.

Alessandro Malpelo

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