In Italia sono circa 3 mila le persone affette da ipertensione arteriosa polmonare, una malattia rara e difficile da diagnosticare. Riconoscerla precocemente e agire subito è essenziale per prevenire eventuali complicanze. «Purtroppo tanti pazienti arrivano all’osservazione di un centro con le competenze specifiche solo quando la malattia è già in fase avanzata», dichiara Giulia Tropea di AIPI. «Abbiamo adesso un progetto che punta a favorire la diagnosi precoce con un intervento tempestivo e adeguato sul paziente».

 

Il progetto di cui si parla, promosso da Janssen Italia, ha visto come testimonial l’attore e regista Paolo Ruffini che ha attraversato l’Italia in quattro tappe (Lazise, Bari, Ancona e Perugia) alla scoperta dell’ipertensione arteriosa polmonare on the road. L’iniziativa è stata avviata in collaborazione con varie organizzazioni di volontariato: Associazione Ipertensione Polmonare Italiana (AIPI), Associazione Malati Ipertensione Polmonare (AMIP), Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia (GILS) e Associazione Italiana dei Cardiopatici Congeniti bambini e Adulti (AICCA).

 

L’ipertensione arteriosa polmonare (nota anche come PAH, sigla derivata dall’inglese pulmonary arterial hypertension) è una malattia rara, di cui soffrono circa tremila persone in Italia. Si verifica quando la pressione del sangue nelle arterie polmonari e nella parte destra del cuore raggiunge livelli troppo elevati e si manifesta con sintomi non specifici e comuni anche a molte altre malattie. I campanelli di allarme per questa malattia di frequente si presentano sotto forma di spossatezza, affanno e svenimenti, venendo spesso sottovalutati e rendendola più difficile da diagnosticare; se non curata l’ipertensione arteriosa polmonare può culminare in scompenso cardiaco.

 

L’ipertensione arteriosa polmonare è sì una malattia rara e poco conosciuta, ma purtroppo spesso non si manifesta da sola. Infatti, può presentarsi come grave complicanza della sclerosi sistemica, e può rappresentare un problema anche per tutti coloro che soffrono di patologie cardiache congenite.  Promuovere la sensibilizzazione è il primo passo per arrivare alla diagnosi precoce e per la prevenzione delle complicanze.