
L’insonnia cronica colpisce più di 6 milioni di italiani, spesso si trascina senza soluzione per mesi o anni, senza mai arrivare a consultare gli specialisti dei centri di medicina del sonno.
Addormentamento e risvegli
In molti casi si ignorano o si sottovalutano le differenze tra una difficoltà ad addormentarsi e i risvegli improvvisi nel cuore della notte, o la differenza tra un disturbo legato alle apnee respiratorie e l’insonnia dei tiratardi, che non vanno mai a letto prima di mezzanotte.
Palliativi
I rimedi estemporanei, gocce o compresse che siano, sono spesso inefficaci, perché manca una diagnosi precisa che orienti la prescrizione. L’offerta di prodotti è smisurata, si possono citare ansiolitici, ipnotici, melatonina, camomilla, pastiglie gommose, omeopatici e integratori, eppure a volte sembrano solo palliativi.
Neurotrasmettitori
Parte da qui l’interesse per la notizia dell’arrivo di un farmaco collaudato (Daridorexant) frutto della ricerca scientifica Idorsia, orientata alla fisiologia umana, che agisce in modo mirato sul sistema dell’orexina, neurotrasmettitore della veglia, bloccando i segnali che la promuovono.
Sonnolenza, amnesie
L’arrivo della molecola, ora prescrivibile in Italia, permette imprimere una svolta sui trattamenti, considerando che l’insonnia si riflette anche nella scarsa concentrazione diurna, con irritabilità , sonnolenza, amnesie. L’insonne rischia di addormentarsi sul più bello, al cinema o a teatro, subito dopo pranzo, addirittura a scuola o in ufficio in tarda mattinata.
Stili di vita
L’insonnia, come sottolinea il professor Luigi De Gennaro, dell’Università di Roma, La Sapienza, è spesso legata ad abitudini di vita sbagliate. “Vanno evitate prima di coricarsi sostanze stimolanti (caffeina, neina, nicotina) e l’assunzione di alcol. Cercare di mantenere una certa regolarità negli orari di addormentamento e risvegli. Va evitata l’attività fisica intensa nelle ore serali, le cene devono essere leggere, i dispositivi elettronici vanno tenuti spenti”.
Linee guida
Sin dai primi segni di disagio l’insonnia andrebbe valutata, inquadrata e trattata secondo le linee guida internazionali. Daridorexant è il primo farmaco ad arrivare in Italia della classe di inibitori dell’orexina. “Un vantaggio indubbio – afferma Luigi Ferini Strambi, ordinario di neurologia presso l’Università Vita Salute San Raffaele di Milano – consiste nell’emivita di 8 ore: impedisce il funzionamento dell’orexina per un periodo di tempo coincidente con l’intervallo da dedicare al riposo. Al mattino l’orexina riprende a funzionare e il farmaco dopo il risveglio è già stato metabolizzato. Gli studi hanno dimostrato l’assenza di sonnolenza diurna, e di problemi cognitivi. Non serve solo a ridurre il tempo di addormentamento, ma facilita anche il mantenimento del sonno anche in chi soffre di apnee notturne”.
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