«La sfida alla pandemia ci permette di rafforzare i sistemi sanitari per il futuro. La creazione di un database per il monitoraggio del Covid, per esempio, può diventare un modello standard anche per la sorveglianza di altre malattie infettive». Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, intervenuto al congresso della Società Italiana di Igiene (Siti). Digitalizzazione, infatti, ha aggiunto Brusaferro, «è la parola del futuro, uno strumento chiave che consente un collegamento forte tra tutti i sistemi di prevenzione, di trasmissione delle informazioni, di formazione del personale». Infine, la pandemia Covid ha mostrato che il comportamento individuale «è fondamentale non solo come protezione personale, ma anche in una prospettiva di sanità pubblica: come abbiamo visto in estate, i comportamenti più o meno rilassati, muovono la curva dei contagi».

I dipartimenti di prevenzione nell’era post Covid «avranno un ruolo fondamentale per la sorveglianza epidemiologica, dovranno essere le sentinelle che permettono al Servizio Sanitario Nazionale di trovarsi preparato di fronte a altre possibili epidemie», ha aggiunto da parte sua Antonio Ferro, presidente della Società Italiana di Igiene. «I dipartimenti devono continuare a gestire la prevenzione attiva, sia per malattie cronico degenerative, attraverso gli screening, che per le malattie infettive, attraverso le vaccinazioni, il cui ruolo importantissimo lo abbiamo chiaramente visto in questa pandemia». Per fare tutto questo, ha aggiunto Ferro, «è necessario potenziare le risorse umane, e altrettanto importante è rafforzamento delle direzioni sanitarie e dei distretti, che sono il cuore dell’organizzazione dei servizi territoriali».

Un altro sforzo andrà infine fatto «per elaborare linee guida, che si fondano su evidenze scientifiche, in collaborazione con gli atenei. Ed è infine strategico il rilancio della formazione, potenziando la collaborazione tra università e servizio sanitario». Per questo, ha precisato Ferro, «dobbiamo sfruttare le risorse che arrivano dall’Europa con il PNRR, investendo in una sanità territoriale rafforzata dalla telemedicina, che sappia dare risposte prima che i cittadini si rivolgano all’ospedale».