Quando il cuore fa le bizze giocare d’anticipo. Arriva anche in Italia il primo sistema diagnostico per l’insufficienza cardiaca in grado di rilevare per tempo il 70% degli episodi di scompenso di cuore, riducendo così il rischio di ricovero ospedaliero. Si chiama HeartLogic l’amico del cuore, ed è destinato ai pazienti portatori di defibrillatori. La notizia è stata accolta con interesse dai medici, dal mondo della cardiologia e della geriatria, e più in generale dal sistema sanitario.

Grazie alla segnalazione anticipata di un possibile rischio di scompenso cardiaco gli operatori avranno a disposizione tempo prezioso per affrontare il problema, scongiurando eventuali ulteriori ospedalizzazioni.

Lo scompenso (insufficienza cardiaca) è una condizione cronica nella quale il muscolo cardiaco non è in grado di pompare sangue in maniera adeguata alle richieste dell’organismo. Questo comporta un progressivo peggioramento e la comparsa di sintomi invalidanti quali stanchezza, difficoltà respiratorie, tosse.

Quasi la metà dei pazienti (46%) con questi sintomi viene nuovamente ricoverata per insufficienza cardiaca entro due mesi. La patologia colpisce oltre 15 milioni di persone in Europa. Si stima che in Italia ne soffrano oltre un milione e mezzo di persone, con 170.000 nuovi pazienti ogni anno, incidenza dell’1-2% sulla popolazione globale, con circa 500 ricoveri al giorno.

Alle cause legate all’invecchiamento della popolazione si associano, in genere, condizioni morbose di tipo cronico degenerativo quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, la bronco pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Tutto questo fa comprendere perché lo scompenso cardiaco rappresenti la prima causa di ospedalizzazione, con relativi costi crescenti, e quale margine nel rapporto costi benefici si instaura con la nuova tecnologia HeartLogic, che prevede le criticità.

HeartLogic, si legge in un comunicato, punta a monitorare costantemente i pazienti cardiopatici portatori di defibrillatori, consente di trasmettere informazioni tempestive al centro ospedaliero che ha in cura il soggetto e di segnalare con largo anticipo l’eventualità che si verifichi l’ennesimo episodio di scompenso, in modo da mettere le mani avanti.

Basato su un algoritmo esclusivo, il sistema è già incorporato nella famiglia di dispositivi impiantabili per defibrillazione di Boston Scientific, nei defibrillatori di ultima generazione con terapia di re-sincronizzazione cardiaca (CRT-D) e nei defibrillatori cardiaci impiantabili (ICD).

La rilevazione dei parametri viene effettuata combinando i dati provenienti da sensori multipli – collocati nel dispositivo – che controllano i toni cardiaci, la frequenza respiratoria e il volume corrente o di ogni inspirazione, l’impedenza toracica, la frequenza cardiaca e l’attività fisica.

A conferma di questo è venuto lo studio clinico MultiSENSE (Multisensor Chronic Evaluation in Ambulatory Heart Failure Patients), che ha valutato l’efficacia di HeartLogic nel predire gli imminenti episodi di peggioramento.

Secondo lo studio, HeartLogic, si legge sempre nel comunicato, ha dimostrato di rilevare preventivamente il 70% degli eventi di insufficienza cardiaca, con un anticipo medio di 34 giorni, portando così a meno di due gli episodi di allarme per occasionale destabilizzazione delle funzioni cardiache che potrebbero verificarsi nell’arco di un anno.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute