Tutelare la maternità rispettando i tempi della gestante, arginando la tendenza a medicalizzare in maniera eccessiva la gravidanza e il parto. Questo l’impegno, articolato in cinque punti, sottoscritto dai medici che fanno parte dell’Associazione ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi) che hanno aderito al movimento Choosing Wisely, progetto lanciato in Italia da Slow Medicine, la rete che sostiene un’assistenza sanitaria basata sul dialogo tra medici e pazienti. Le cinque raccomandazioni sono state presentate oggi a Napoli dove è in corso il congresso nazionale di ostetricia e ginecologia.

1. Cordone ombelicale, taglio senza fretta. Prima di legare il moncone (tecnicamente si definisce clampaggio) consentire un fisiologico passaggio di sangue dalla placenta al feto, che andrà a rinforzare le scorte di ferro del neonato, riducendo il rischio di colite necrotizzante, malattia gastrointestinale che può rivelarsi fatale. Il taglio tardivo non comporta maggior rischio di emorragia post partum nella donna e consente di ridurre la mortalità nei neonati ad alta prematurità (prima di 32 settimane).

2. Episiotomia solo quando serve: secondo i ginecologi, l’episiotomia, l’incisione del perineo effettuata nel momento finale del travaglio per favorire il parto, è una pratica sovrautilizzata senza vantaggi per la donna, poiché richiede l’applicazione di punti di sutura che possono provocare dolore, rischio di infezione, difficile ripresa dei rapporti sessuali. Per questi motivi, è raccomandato il ricorso alla episiotomia solo in presenza di complicanze, ad esempio in caso di sofferenza fetale.

3. Induzione travaglio di parto: l’induzione del travaglio, precisano i ginecologi, medicalizza un evento del tutto fisiologico, e può causare effetti avversi come l’aumento di tagli cesarei. Pertanto, l’induzione è raccomandata solo quando il proseguimento della gravidanza può comportare un reale pericolo per il feto o per la madre.

4. Taglio cesareo: i ginecologi smentiscono la regola “una volta cesareo sempre cesareo”, in quanto priva di basi scientifiche. Al contrario, le donne con pregresso cesareo ammesse al travaglio di parto hanno un rischio di mortalità minore (3 vs 13 su 100mila) rispetto alle donne sottoposte a cesareo programmato.

5. Alimentazione: nelle gravidanze fisiologiche, l’assunzione di liquidi non è controindicata, nessun rischio complicanze in caso di ricorso ad anestesia generale durante il parto.

“Come ricorda l’Oms – afferma Elsa Viora, Presidente AOGOI –la gestazione e il parto sono esperienze che vanno vissute con serenità e, in presenza di una gravidanza fisiologica, vale a dire senza fattori di rischio, vanno medicalizzate il meno possibile. Il travaglio e il parto sono, senza dubbio, circostanze delicate dal punto di vista emotivo, in cui, più di altre, la donna ha bisogno di sentirsi protetta, rassicurata e rispettata. Questo è l’impegno profuso quotidianamente dagli operatori sanitari, medici ginecologi ed ostetriche, coinvolti nel percorso nascita e parto, che si fonda sul dialogo, la fiducia e la relazione empatica costruita nel tempo con la donna, necessari per giungere a scelte informate e condivise”.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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