La facciata del Palazzo di Montecitorio a Roma, e altri edifici storici, sono stati illuminati di viola nella notte come gesto di attenzione in occasione della Giornata mondiale della fibromialgia. Un evento che accende i riflettori su una condizione di sofferenza diffusa, si stima che due milioni di persone in Italia.

Talvolta si parla di questi disturbi in termini generici, definendo fibromialgici gran parte dei risentimenti a livello tendineo osteoarticolare muscolare, mettendo nel calderone un pochino di tutto. Occorre tuttavia distinguere. Esiste infatti una zona grigia nella quale si mischiano alla rinfusa malattie rare del connettivo orfane di diagnosi, patologie neurologiche e reumatologiche misconosciute, artosi fruste. C’è chi parla a volte di questi temi per sentito dire, senza mai avere valutato il vissuto di questi pazienti, che fanno fatica anche solo a vestirsi e uscire di casa. Nel mare magnum capita di incontrare a volte anche qualche impostore, che spaccia per oro colato delle soluzioni palliative, prive di efficacia provata. Cerchiamo allora di fare ordine in questo caleidoscopio.

Molte terapie sono utilizzate per alleviare il dolore, manca però la bacchetta magica. Abbiamo ottimi farmaci, nessuna di queste molecole si è dimostrata però in grado di spazzare via una volta per tutte la fibromialgia determinando una stabile guarigione. “In certi casi – ha spiegato Piercarlo Sarzi Puttini, direttore della Reumatologia al Fatebenefratelli Sacco di Milano, e presidente AISF, l’associazione di riferimento – un semplice analgesico può bastare, altre volte possiamo impiegare con buoni risultati una combinazione di più terapie. Si sono dimostrate efficaci molecole che modificano i neurotrasmettitori del sistema di percezione del dolore, come antidepressivi e anticonvulsivanti, oppioidi a basso dosaggio, cannabinoidi, sedativi e acetilcarnitina, utile quest’ultima sia per la fisiologia muscolare che su specifici meccanismi di percezione del dolore”.

È bene anche coltivare una buona forma fisica, nutrirsi in maniera corretta è fondamentale. Quindi fitness, alimentazione e sana psicologia. Evitiamo le cure fai da te, aggiungiamo noi, rivolgersi sempre al medico. Molto utile anche prendere contatto con la onlus AISF, organizzazione di volontariato che riunisce pazienti, medici, familiari, amici, professionisti e volontari, con esclusive finalità di solidarietà sociali.

In aggiunta al dolore muscolo scheletrico nel quadro del fibriomialgico oggi si considerano anche altri segni: alterazioni del sonno, stanchezza fisica o mentale, deficit neuro-cognitivi. Nella valutazione pratica si vanno a testare 19 aree in cui il paziente potrebbe percepire il dolore, andando a verificare una per una, per vedere se quel dolore è presente o assente. Un secondo approccio consiste nel formulare gradi di sensibilità o suscettibilità. La somma dei due punteggi viene a costituire una scala numerica che esprime il livello di severità dei sintomi. Manca invece un criterio biochimico o di imaging (diagnostica per immagini) per cui bisogna ascoltare il paziente, raccogliere la sua storia e valutare caso per caso. Sul web www. diamounvoltoallafibromialgia.it realizzato con il contributo incondizionato di Alfasigma si possono trovare preziose informazioni in proposito.