Un esame del sangue aiuta scoprire chi soffre di fegato grasso. Lo ha descritto un gruppo di ricercatori italiani dell’universitò di Roma, La Sapienza, al meeting della European Association for the Study of Diabetes (Easd), al quale hanno partecipato grazie a un grant della Sid, Società Italiana di Diabetologia.

La spia della disfunzione è la neurotensina (NT), molecola che facilita l’assorbimento dei grassi alimentari. “Il nostro studio – spiega Ilaria Barchetta, Università La Sapienza – mostra che i livelli ematici di pro-NT sono più elevati nei pazienti affetti da steatosi (fegato grasso) rispetto ai soggetti senza steatosi epatica. Inoltre, alte concentrazioni ematiche di pro-NT si associano ad una maggiore gravità della steatosi epatica e al riscontro di steatoepatite alla biopsia del fegato”. La condizione del fegato grasso, è il caso di precisare, si può riscontrare già in corso di ecografia addominale.

“Attraverso questo studio – commenta la professoressa Maria Gisella Cavallo, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università Sapienza, Roma – abbiamo individuato nella neurotensina un nuovo importante marcatore di steatosi epatica e steatoepatite.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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