Nasce il 25 luglio 1978, Louise Brown , prima bimba concepita grazie alla fecondazione assistita. Dal 1978 a oggi sono oltre 8 milioni i bimbi nati da procreazione medicalmente assistita (pma) nel mondo e l’utilizzo di tali tecniche è in crescita contro l’infertilità, un problema che solo in Italia riguarda una coppia su cinque.

I dati presentati al congresso della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre) a Barcellona mostrano che le gravidanze coronate da successo con la pma viaggiano attualmente al ritmo di mezzo milione l’anno con più di 2 milioni di cicli di trattamenti effettuati.

In Europa, è la Spagna il Paese più vivace sul fronte della pma, con 119.875 cicli di trattamenti nel 2015. Oggi, annuncia l’Eshre, i tassi di gravidanza da pma sembrano essersi stabilizzati in Europa al 36%, mentre sono in aumento le gravidanze da ovo-donazione (circa il 50%).

Il tasso di gravidanze andate a buon fine «si è stabilizzato – afferma il presidente del Consorzio europeo Eshre per il monitoraggio della fecondazione in vitro, Christian de Geyter – ma sta aumentando l’ovo-donazione e anche il ricorso agli embrioni congelati è aumentato del 7% nel 2015 rispetto al 2014». Tuttavia, rileva l’esperto, «la disponibilità dei trattamenti pma in Europa resta molto varia, con ad esempio Danimarca e Belgio che offrono più di 2.500 cicli di trattamenti per milione di abitanti ed altri Paesi, come Austria e Italia, la cui offerta è considerevolmente più bassa».

In Italia, la pma è regolamentata dalla legge 40 del 2004, mentre la fecondazione assistita eterologa diventa legale solo nel 2014 grazie alla sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo il divieto all’eterologa nei casi di infertilità assoluta.