L’Irisina è una molecola che trasforma l’attività fisica in salute. Uno studio pubblicato l’anno scorso dall’Università Statale di Milano aveva dimostrato che i livelli di questa molecola di recente scoperta aumenta nei soggetti che svolgono attività fisica, diminuendo l’insorgenza di malattie metaboliche. Si è aperta così la strada allo sviluppo di farmaci capaci di mimare gli effetti tonici dell’attività fisica. Viene prodotta dopo l’attività fisica, come una ’spremuta’ di muscoli. Di lei si sa già che stimola la trasformazione del grasso da ‘bianco’ a ‘bruno’ (che brucia energia e quindi calorie) e che controlla il metabolismo del glucosio, tanto da essere candidata a possibile terapia per diabete e obesità. Quello che non si sapeva però – e che invece uno studio dell’Università di Bari ha scoperto – è che l’irisina agisce anche a livello dei centri ipotalamici facendo sparire i morsi della fame e inducendo un senso di sazietà. Un’azione preziosa nell’ottica di una perdita di peso a lungo termine e un punto in più a favore del suo utilizzo nel trattamento del diabete di tipo 2, in particolare nei soggetti obesi.

“L’obiettivo del nostro studio – spiega Nicola Marrano, dell’Università Aldo Moro di Bari – è stato quello di approfondire gli effetti della somministrazione di irisina per via intraperitoneale sulla produzione dei principali ormoni coinvolti nel controllo del peso corporeo e del comportamento alimentare, come la leptina e la grelina”. “La scoperta che l’irisina sia in grado di agire sui centri ipotalamici che controllano fame e sazietà – spiega il dottor Marrano – suggerisce che questo ormone può promuovere la perdita di peso e la riduzione dell’introito calorico a lungo termine promuovendo l’attivazione dei geni anoressogeni“. Questo è uno dei lavori dei giovani ricercatori italiani presentati all’Easd 2018, congresso della Società europea per lo studio del diabete, grazie a un grant della Società Italiana di Diabetologia SID.

“L’irisina rappresenta un ormone con molteplici e interessanti proprietà – afferma Francesco Giorgino, professore ordinario all’Università di Bari – . A tutt’oggi, però, i suoi effetti sul sistema nervoso centrale non erano mai stati esaminati. È interessante notare come un ormone che possiede effetti favorevoli sul controllo della glicemia e del peso sia anche in grado di attivare geni che mediano la sazietà. Questi risultati rendono l’irisina un interessante candidato per lo sviluppo di nuove terapie per le persone affette da diabete mellito di tipo 2, in particolare se anche obese”.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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