In tutto il mondo il servizio sanitario italiano rappresenta un punto di riferimento per universalismo e accesso alle cure. Eppure oggi, con l’aumento di aspettativa di vita, l’incremento delle malattie croniche crea nuove esigenze, nel diabete ad esempio mette alla prova l’efficienza del sistema. Per questo si rende necessario ammodernare il sistema, dare continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Su questi temi Motore Sanità organizza, per il giorno 7 ottobre a Bologna presso il Savoia Hotel Regency – Via del Pilastro 2, un evento dal titolo: “HIGHWAY DIABETES IL PAZIENTE AL CENTRO?”.

Il diabete è un esempio classico di patologia cronica a gestione complessa (oltre 3.2 milioni di persone in Italia ne soffrono, ma con stime che parlano di circa 5 milioni, un costo per il SSN stimato intorno ai 9 miliardi, una spesa procapite per paziente più che doppia verso un pari età non malato è causa di 73 decessi al giorno in Italia), per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. Secondo dati EFPIA solamente le complicanze dovute alla scarsa aderenza alla terapia rappresentano un costo pari al 14% del totale della spesa sanitaria dei Governi Europei, circa 125 miliardi di euro all’anno.

In Italia la percentuale di aderenza per i farmaci antidiabetici del 63%(OsMed 2015) e questo comporta il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri e dei costi del trattamento del diabete per il SSN, un aumento di circa 6 giorni ogni anno di assenza dal lavoro e un aumento del 30% della mortalità per tutte le cause (dati SID). Tra i fattori che impattano fortemente c’è il tema delle differenze regionali nell’accesso a farmaci, presidi e servizi per il diabete. In questi ultimi 10 anni infatti, le innovazione farmacologiche e tecnologiche hanno fornito strumenti che sono in grado di cambiare l’evoluzione della malattia, restituendo una qualità di vita migliore. Questo rende necessario un cambio di prospettiva, secondo una visione olistica piuttosto che per silos di spesa, sulla realizzazione, sul monitoraggio e sulla successiva valutazione dei percorsi di cura. Molti infatti sono gli aspetti su cui confrontarsi, legati alla prevenzione delle complicanze, alla progressione della malattia, alla comunicazione tra istituzioni-strutture di cura-medici-infermieri/personale tecnico-pazienti.

Sul diabete e le sue complicanze pochi studi concentrano l’attenzione sulle spese evitabili grazie a una corretta prevenzione, una rapida diagnosi, una corretta stratificazione delle scelte e aderenza alle terapie. Porre l’attenzione su questi aspetti, porterebbe a una riduzione dei costi, conseguenti sia alla progressione della patologia sia i danni d’organo causati. Per fare questo in un percorso virtuoso di appropriatezza si rende necessario creare indicatori che vadano a misurare il costo di gestione della patologia, applicando il concetto di Total Cost of Ownership della malattia e del percorso nella sua interezza.