Quattro milioni gli italiani devono fare i conti con il diabete, tanti altri rischiano sbalzi di glicemia, scompensi o ignorano di aver sviluppato una resistenza all’insulina. Numeri importanti di un fenomeno in crescita, quelli evidenziati dal bollettino dell’ Istituto Superiore di Sanità. Investire in innovazione in diabetologia, secondo l’economista Francesco Saverio Mennini, garantirebbe una riduzione delle ospedalizzazioni e delle prestazioni sanitarie inappropriate. Un cambio di paradigma nella gestione value-based delle persone diabetiche in linea con gli obiettivi del PNRR porterebbe a una riduzione dei costi di gestione, pari a circa 1.600 euro l’anno a paziente come da un’analisi condotta nella Regione Toscana.

 

Accessibilità

Le evidenze dell’investimento in innovazione, sia nei farmaci che nei device, dovrebbero garantire un accesso equo e uniforme. Quali opportunità potrà fornire in tal senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con i suoi 15,63 miliardi di euro, di cui 7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione? Come verrà declinato nelle varie regioni? Dal webinar di Motore Sanità realizzato con il contributo incondizionato di Abbott e Boehringer Ingelheim sono venute risposte ai quesiti ancora aperti, al fine di evitare sprechi e mantenere la sostenibilità.

 

Testimonianze

Il diabete è la malattia sistemica per eccellenza, interessando e coinvolgendo tutti gli organi. Per questo è fondamentale il ruolo del Diabetologo all’interno delle strutture ospedaliere, soprattutto di un Diabetologo che sappia gestire il paziente a 360 gradi”, ha spiegato Dario Pitocco, direttore della Diabetologia nel Policlinico Gemelli di Roma. ”Gli investimenti previsti su territorio e telemedicina saranno una grande occasione per la presa in carico della cronicità, come il diabete, questi temi –  ha commentato Enrico Sostegni, presidente Commissione tutela della salute nel Consiglio regionale della Toscana – saranno alla base dell’organizzazione delle nuove case di comunità”.