La digitalizzazione in sanità stenta a decollare in Italia, anche per patologie come il diabete per le quali esistono già molti sistemi, occorre un’opera di informazione capillare per imparare a cogliere gli straordinari vantaggi che abbiamo davanti. Lo sottolineano gli specialisti dell’Associazione medici diabetologi (AMD) che hanno dibattuto il tema durante il convegno Digitalizzazione e Diabete (www.digitaldiabete.it) a Napoli. Se da un lato computer e web vengono utilizzati normalmente da oltre 15 milioni di internauti, tra medici e pazienti, anche su dispositivi mobili, l’informatizzazione fatica a imporsi quando si tratta di gestire il bisogno di salute della persona alle prese con insulina e glicemia nella vita di tutti i giorni. E questo si vede anche laddove si diffondono applicazioni per smartphone e tablet che semplificano le cose. Le tecnologie innovative per il monitoraggio continuo della glicemia, con eventuale condivisione in tempo reale dei dati interfacciati con il medico, si sposano con la cartella clinica capace di contenere, anche su cloud, tutta la storia sanitaria del paziente.

“Vediamo che le nuove tecnologie possono contribuire a migliorare la gestione della malattia – ha scritto Mariano Agrusta, coordinatore nazionale gruppo di studio AMD Psicologia e Diabete – aumentando il tempo trascorso utilmente in condizioni di benessere, con i valori della glicemia nella norma, quindi riducendo il rischio di eventi avversi o complicanze, con un risparmio ingente di risorse economiche. In Italia la cartella clinica informatizzata non è ancora divenuta patrimonio comune di tutti i medici diabetologi. I pazienti spesso utilizzano ancora il diario cartaceo per registrare i dati glicemici, e l’impiego del digitale non esprime tutte le sue potenzialità”.

La sanità digitale, nonostante le esitazioni, comporta passi avanti anche per i medici in ambulatorio. “Grazie all’aiuto dei servizi digitali – sottolinea Fabio Broglio, professore associato in Endocrinologia all’Università di Torino – il dottore può avere il quadro della situazione del paziente in modo più chiaro, immediato, in qualsiasi momento”.

“Ci siamo impegnati in prima persona – ha dichiarato Massimo Balestri, manager Roche Diabetes, a margine dell’assise partenopea – nello sviluppo di un ecosistema digitale aperto e integrato che permetta di far colloquiare diversi dispositivi come glucometri, sensori impiantabili, specifiche app e cartella clinica digitale, per aiutare i medici a migliorare la gestione dei loro pazienti e di conseguenza i risultati clinici, le persone con diabete a semplificare la loro quotidianità e quindi la qualità della vita e, infine, a sostenere le Istituzioni nel mantenere in equilibrio economico il sistema. Questo lo spirito della nostra iniziativa per la digitalizzazione in sanità”.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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