La rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle che fa arrossire il volto, ha un impatto negativo sulla qualità di vita di chi ne soffre. Una persona su cinque arriva a modificare le proprie abitudini quotidiane e quasi il 90% rinuncia a quelle attività che possono peggiorare i sintomi o causarne la ricomparsa del rossore, ad esempio l’esposizione solare, nel 50% dei casi, seguita dall’assunzione di alcol e cibi speziati, rispettivamente nel 33% e 26% dei casi.

“Un’indagine promossa da Galderma – ha dichiarato Giuseppe Micali, direttore della sezione dermatologia, Università di Catania – conferma l’impatto psicologico che la rosacea ha sulle persone”. Spesso chi ne soffre, e si ritrova talvolta con il volto rosso fuoco senza apparente motivo, salta il controllo dal dermatologo,  preferisce lo scambio di consigli con altre persone online. Questo ha indotto uno dei profili Facebook più seguiti (Rosacea Italia) a raccomandare sempre di rivolgersi al medico per una diagnosi certa e per ricevere una prescrizione adeguata.

Nell’ampia gamma di terapie disponibili per il viso arrossato, e altre localizzazioni tipiche degli arrossamenti della pelle, ci sono approcci di natura diversa, sostanze farmacologiche e terapie fisiche. I trattamenti topici comprendono brimonidina (per l’eritema), ivermectina, metronidazolo o acido azelaico. Tra le terapie sistemiche, l’unico farmaco approvato è la doxiciclina, prescritta in casi selezionati secondo il giudizio clinico. Le terapie fisiche sono utilizzate soprattutto nel trattare le teleangectasie.

Oltre ai medicinali, la routine cosmetologica e la cura igienica quotidiana della cute rivestono, secondo gli specialisti, un ruolo importante per il mantenimento dei risultati, tanto da richiedere prodotti adeguati e specifici, che oggi esistono e che il medico è in grado di indicare.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute