Un mini-cuore artificiale del diametro di 15 millimetri e 50 grammi di peso ha salvato la vita di una bambina di 3 anni ricoverata al Bambino Gesù. L’Ospedale della Santa Sede ha ottenuto l’autorizzazione straordinaria dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e dal Ministero della Salute italiano, per l’utilizzo di una pompa cardiaca salvavita miniaturizzata (l’Infant Jarvik 2015), la cui sperimentazione clinica deve ancora partire negli Stati Uniti. Le cardiopatie congenite incidono ancora oggi in maniera rilevante, si riscontrano otto casi di malformazioni cardiache ogni mille nati vivi, ma i progressi della cardiochirurgia sono in grado di assicurare un numero sempre crescente di successi terapeutici. I neonati con malformazioni, sia quelli operati che mantengono il loro cuore, sia quelli avviati al trapianto, diventano grandi, studiano, lavorano, si sposano e hanno dei figli.
«Si tratta di una rivoluzione nell’assistenza cardiorespiratoria pediatrica». Così commenta l’intervento odierno il dottor Antonio Amodeo (nella foto) responsabile ECMO. assistenza meccanica cardiorespiratoria e trapianto di cuore artificiale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. La bimba affetta da miocardiopatia dilatativa è stata operata il 2 febbraio, le sue condizioni sono buone, ed è in lista d’attesa per un trapianto di cuore, nella speranza appunto che in un prossimo futuro le venga impiantato un organo donato e che non abbia più bisogno di crescere con una macchina pulsante in addome. «Negli ultimi 20 anni era disponibile un solo modello di cuore artificiale miniaturizzato, 70% probabilità di sopravvivenza, ma obbligava a restare in ospedale. Adesso, sarà invece possibile tornare a casa dopo l’intervento, e ritornare agli affetti domestici in attesa dell’organo da donatore biologicamente compatibile, per il cosiddetto trapianto ponte, quello definitivo».
Affetta da miocardiopatia dilatativa e in lista di trapianto cardiaco, la bambina aveva già subito l’impianto di un Berlin Heart, un cuore artificiale che necessita di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente. A differenza dei modelli precedenti, il mini-cuore artificiale impiantato è un modello toracico in grado di supportare la circolazione nei piccoli a partire dagli 8 chili di peso e fino a un’età di circa 10 anni.
Ogni anno otto bambini su mille nati vivi nascono affetti da cardiopatia congenita. Le cardiopatie possono essere diverse: alcune sono così gravi da mettere a rischio la vita e la salute già alla nascita o nella prima infanzia e quindi devono essere trattate tempestivamente. Altre malattie congenite sono meno gravi e non compromettono l’accrescimento.
L’incidenza stimata di cardiopatie congenite in Italia è di circa l’8-10 per mille soggetti nati vivi, per cui, tenendo conto che il numero di bambini nati con cardiopatie congenite l’anno è di oltre 4500, si può stimare che circa 90mila bambini negli ultimi 20 anni siano affetti da questa malattia del cuore. Oggi l’80-85% dei bambini nati con cardiopatia congenita riesce a raggiungere l’età adulta, con percentuali di sopravvivenza molto più alte rispetto a un recente passato grazie ai progressi della cardiochirurgia.
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale
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