«Forse è stato infettato il 20% degli italiani. Fino ad oggi abbiamo visto solo la punta dell’iceberg, con i test sierologici a campione su vaste fasce della popolazione potremo capire quanto sia stato diffuso il contagio. E sulla base di quei dati decidere le prossime azioni». È quanto afferma Walter Ricciardi, rappresentante per l’Italia nell’Oms e consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19. «Se, come credo, scopriremo che soltanto il 10-20% della popolazione è venuta a contatto con il coronavirus e dunque ha sviluppato gli anticorpi, significherebbe che dovremo stare molto attenti, perché avremo ancora l’80% degli italiani suscettibili».

Il tema dei contagi sottostimati si è ripresentato in modo costante, in queste settimane. Lo ha posto con insistenza il virologo Roberto Burioni,  San Raffaele di Milano, che più volte ha messo in guardia dai numeri ufficiali comunicati ogni giorno. Stessa convinzione del collega Andrea Crisanti, Università di Padova, e di Nino Cartabellotta, Bologna, presidente Gimbe, fondazione di ricerca indipendente. Insomma i casi sommersi porterebbero a calcolare milioni di italiani positivi, che è poi la conclusione dello studio pubblicato dall’ Imperial college di Londra, che stima un 9,8% di contagi pari a quasi sei milioni di persone. Per questo Ricciardi insiste: un quadro esatto del contatto tra popolazione e virus «è un elemento importante per decidere le future strategie di prevenzione e di contenimento». Una volta che saranno validati i test sierologici, per l’operazione servirà circa un mese. Poi l’esperto dell’Oms si raccomanda: serve una regia nazionale, le regioni non vadano in ordine sparso.