Come combattere il virus che ha cambiato le nostre vite facendo tesoro dell’esperienza di chi ci è già passato? Nell’istituto di ricovero e cura di San Giovanni Rotondo (l’ospedale di Padre Pio) una indicazione viene dalla analisi retrospettiva delle storie dei pazienti ricoverati per Covid-19. Tecnicamente quello che stanno facendo, come annunciato nel corso di una conferenza stampa, viene definito studio osservazionale, con tanto di sigla che lo identifica come una targa (COVID-19-SGR). Ma cosa possiamo imparare, nella guerra al Coronavirus, rileggendo a posteriori tutti quei pacchi di cartelle cliniche? L’esperienza insegna.

Valutando le modalità con le quali la malattia si manifesta volta per volta (caratteristiche fenotipiche individuali) e mettendole in relazione con le caratteristiche biologiche dell’individuo, si possono individuare segni rivelatori, marcatori predittivi che facciano capire che piega prende l’infezione. E si tratta di informazioni preziose. Le indicazioni scaturite, infatti, contribuiscono a orientare meglio le cure, in modo da ridurre le complicanze che portano in terapia intensiva, accorciare i periodi di degenza, arrivare prima alla guarigione.

“Alcuni dei migliori professionisti del nostro ospedale – ha dichiarato Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – stanno lavorando insieme per dare il proprio contributo al superamento della pandemia”. Dalla raccolta dei dati clinici è partito ad esempio un primo studio sui pazienti con tampone nasofaringeo negativo, come riscontrato nel 20-40% del totale dei test effettuati.

Lo studio osservazionale su 250 malati Covid ha portato alla scoperta di una molecola in grado di indicare quali sono i pazienti a maggior rischio.  Parliamo di una specifica proteina (ADAMTS13) misurata in laboratorio nei primi giorni di degenza. Secondo i ricercatori si vede chiaramente che i livelli di questa proteina, considerata marcatore predittivo del Covid-19, riflettono con largo anticipo quello che poi sarà l’esito, ovvero l’indice di letalità, durante l’ospedalizzazione.

Casa Sollievo annuncia che sta partecipando anche a GEN-COVID, studio multicentrico coordinato da Alessandra Renieri, genetista dell’Università di Siena, che coinvolge un consorzio di ospedali italiani, finalizzato a comprendere le basi genetiche e molecolari della suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2. Alla conferenza stampa dell’IRCCS, in collegamento da San Giovanni Rotondo, con Angelo Vescovi, hanno portato i frutti della loro esperienza Massimo Carella, Elvira Grandone, Antonio Greco, Maurizio Leone.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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