L’epidemia del coronavirus 2019-nCov si sta diffondendo seguendo le caratteristiche comuni a tutte le epidemie. Se in passato le pandemie impiegavano mesi per giungere in Europa dall’Oriente, nei tempi moderni, considerando la rapidità del traffico aereo, si diffondono in poche ore. Gli aeroporti, e non più gli scali marittimi, rappresentano la porta di ingresso delle epidemie. È lì che si deve concentrare l’attenzione delle nazioni. Questo il pensiero di Walter Pasini, presidente della Società Italiana di Medicina del Turismo.

“L’infezione del 2019-nCo, come la Sars e l’influenza aviaria, rientra nel gruppo delle ’malattie emergenti’, che autorevoli istituzioni monitorano da tempo a tutela della popolazione mondiale”, spiega lo specialista. “Come la SARS e l’influenza aviaria la 2019-nCov è una zoonosi (malattia che colpisce esseri umani e animali), che ha avuto origine dalla grande promiscuità esistente in Cina tra gli uomini ed animali, soprattutto negli affollati mercati. È stupefacente constatare che, a dispetto dei moderni progressi scientifici, i metodi per il contenimento dell’epidemia siano gli stessi impiegati nei secoli passati, nella lotta alla peste e per contrastare le sette pandemie di colera: creazione di lazzaretti, sospensione di fiere e mercati, bandi di sanità, sequestro domiciliare. Mai però era accaduto che un cordone sanitario venisse utilizzato per isolare un Paese della dimensione della Cina”.

E’ difficile prevedere se le misure adottare da Pechino avranno successo. Giova però constatare, secondo Pasini, che ad adottare queste misure sia un governo che possa prevedere pene severe a tutti coloro che dovessero infrangere le norme imposte. La conoscenza della storia delle grandi epidemie del passato e delle misure impiegate per fronteggiarle costituisce dunque un patrimonio di esperienza fondamentale per gestire le emergenze dei nostri tempi.

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