Convergenza tra ricerca e innovazione nella farmaceutica, al fine di implementare tecnologie evolute nella pratica sanitaria. Questo uno degli obiettivi del protocollo d’intesa firmato a Roma dall’Ambasciatore del Belgio, Pierre-Emmanuel De Bauw, e dal vertice di Galapagos, azienda biotech fondata nel 1999 a Mechelen, trenta chilometri Bruxelles, impegnata ora anche in Italia nello sviluppo di farmaci di nuova generazione.

 

L’accordo è stato presentato durante l’evento BioTech Bridge. Tracing new routes for human health. Nell’occasione sono state conferite menzioni d’onore a Maria Rescigno, ordinario di patologia generale all’Humanitas University, che si è distinta negli studi sul microbiota, a Franco Locatelli, direttore del dipartimento di oncoematologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, pioniere nelle applicazioni di terapia genica e cellulare, e Giuseppe Ippolito, direttore generale ricerca e innovazione del ministero, già direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

 

Da parte sua Agenas ha premiato progetti di digital health avviati sul territorio. “La digitalizzazione – ha spiegato Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas – è un tramite importante avvicinare alla gente il servizio sanitario, decongestionando gli ospedali (che scontano le conseguenze di un taglio di posti letto che non ha eguali in Europa) e per la presa in carico dei pazienti con cronicità, che possono essere monitorati a distanza”.

 

Si inserisce in questo ambito di applicazioni il progetto Bioneers per una cultura della cooperazione sui temi della salute, della cura e del benessere delle persone. Oggi il sistema sanitario sconta i limiti della frammentazione dei sistemi regionali, che sembrano a volte operare a compartimenti stagni. La scommessa si gioca sulla capacità di guadagnare margini di flessibilità, per beneficiare dei rapidi progressi delle scienze della vita e promuovere l’acquisizione di terapie di comprovata efficacia in tempi ragionevoli.