Nonostante l’impiego di statine, molte persone con problemi cardiaci lamentano inconvenienti, ricadute, tanto da sentire la necessità di ricorrere ai farmaci cosiddetti inibitori di PCSK9 per proteggere cuore e arterie. A questo proposito sono usciti sul New England Journal of Medicine i risultati dello studio Odyssey Outcomes sull’efficacia di una di queste molecole, tra le più note, indicate per mantenere livelli di colesterolo basso, passaporto per un cuore sano.

LA RICERCA
L’anticorpo monoclonale oggetto delle indagini, alirocumab, ha ridotto del 15% il rischio dei cosiddetti eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) nelle persone con sindrome coronarica acuta recente, infarto miocardico, angina instabile. La regolazione del colesterolo si associa a una riduzione del 15% della mortalità per tutte le cause. Questi dati, considerati interessanti dagli specialisti, anticipati all’American College of Cardiology nel marzo scorso, tornano alla ribalta al congresso dell’American Heart Association.

LA RACCOMANDAZIONE
Nelle persone con livelli di LDL-C sopra 100 l’esigenza di ridurre i fattori di rischio a carico delle coronarie è maggiore. Una necessità che è considerata impellente nelle persone con sindrome coronarica acuta e livelli di LDL-C ancora elevati nonostante la gestione ottimale della terapia con statine, ha scritto Gregory G. Schwartz, Università del Colorado (Aurora, Usa), coautore dello studio. L’effetto documentato è in fase di revisione da parte delle autorità sanitarie in Europa e negli Stati Uniti.

COME FUNZIONA
L’anticorpo impedisce il legame tra proteina PCSK9 e recettori del colesterolo LDL, aumentando il numero dei recettori sulla superficie delle cellule epatiche, tanto che il colesterolo cattivo circolante si riduce di conseguenza. La terapia, con dosaggi personalizzabili, è disponibile in Italia. Viene indicata per ipercolesterolemia primaria o dislipidemia mista con elevati livelli di colesterolo totale, LDL, VLDL, trigliceridi.

Alessandro Malpelo

QN Salute Benessere

Quotidianonet