Donne e uomini, due trattamenti diversi anche in caso di arresto cardiaco: le donne con infarto in atto vengono soccorse meno spesso con ricorso al defibrillatore o con massaggio cardiaco e le manovre classiche in uso nei soccorsi. Una volta arrivate in ospedale, hanno meno chance rispetto agli uomini. Fa discutere lo studio dell’Università di Amsterdam su episodi di arresto cardiaco (oltre 5700 casi studiati) avvenuti fuori dall’ospedale.

La statistica mostra che le donne sono rianimate meno degli uomini (il 68% delle donne contro il 73% dei maschi). In media le chance di salvarsi, per una donna, sono quasi la metà di quelle dei maschi. Secondo i ricercatori ciò si deve in parte al fatto che l’arresto cardiaco è riconosciuto più tardi nella donna, spesso troppo tardi per intervenire con le manovre di primo soccorso e la rianimazione. La sopravvivenza delle pazienti di sesso femminile colpite da attacco di cuore e trasferite in ospedale è del 37%, quella dei maschi è del 55%.

“Già altri studi – ha commentato Filippo Crea, direttore del Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche del Policlinico Gemelli di Roma – avevano evidenziato che spesso le donne ricevono soccorsi in misura inferiore rispetto agli uomini, in caso di arresto cardiaco. Inoltre, la donna con infarto, una volta ricoverata, tende a ricevere meno trattamenti rispetto agli uomini, un dato che riflette l’idea, sbagliata, che nelle donne le malattie cardiache siano meno frequenti”.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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