In Italia quasi nove donne su dieci colpite da tumore della mammella (l’87%) stanno bene a cinque anni dalla diagnosi. Si tratta di una percentuale superiore alla media europea (82%). Un risultato raggiunto anche grazie alle ricerche condotte dal Gruppo italiano mammella (Gim), formato da oltre cento centri oncologici italiani. Francesco Cognetti, uno dei fondatori del Gim, spiega che il gruppo ha arruolato 11mila pazienti in dieci anni di attività e ha consentito di effettuare sperimentazioni cosiddette spontanee e accademiche in grado di rispondere a quesiti importanti sul trattamento del carcinoma mammario.

L’anno scorso in Italia sono stati stimati circa 50mila nuovi casi di tumore del seno. “In quindici anni le percentuali di guarigione sono cresciute di circa il 6%, passando dall’81 all’87 per cento – ha dichiarato Stefania Gori, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) – . Si tratta di un risultato eccezionale, da ricondurre alle campagne di prevenzione e a terapie innovative sempre più efficaci”.

“Oggi abbiamo molte armi a disposizione, dalla chemioterapia all’ormonoterapia alle terapie target fino all’immunoterapia”. Tra gli studi promossi dal Gim, la ricerca traslazionale basata sulla biopsia liquida in presenza di carcinoma mammario metastatico con espressione di una proteina (HER2) ricerca condotta da Alessandra Fabi e Patrizio Giacomini dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.