Quella luce sul balcone ha illuminato il buio romano. Quel viso franco, quel linguaggio timidamente spigliato e moderato ha silenziato le urla populiste che si levano da piazze poco lontane da San Pietro. Al di là degli azzardatissimi pronostici sugli operati futuri del Papa, l’elezione di Francesco ha riportato quella voglia di speranza nel tunnel del pessimismo.

E’ bastato un camino e un’elezione molto più rapida e ponderata di quella d’una Repubblica imbalsamata e farraginosa a ridarci il sorriso. Da tempo c’era e si sentiva il bisogno d’una stella polare. I cardinali ci hanno sorpreso. Che ci sorprendano pure i nostri cari amici politici e coloro che non si spacciano per tali ma lo sono più degli altri. Ripartire da San Pietro può essere un segnale. Forte e chiaro. Chi c’era, ha visto e applaudito. Perché il bisogno di un punto fermo c’è. E c’è pure tanta, tantissima voglia di costruire. Di fare. E non di distruggere. Criticare. Demonizzare. Ecco il senso di questo successore di Pietro: prima pietra per una rinascita. Possibile. Eccome.