Servizi meno segreti. O almeno così pare. Scandisce il presidente del Copasir: l’intelligence deve misurarsi con i risultati prodotti, le risorse umane e finanziarie ridotte, l’assenza e l’eliminazione di ogni ombra di illegalità. Sfumerebbero, dunque, i vapori che lessano i segreti di Stato. Quelle patate bollenti, e inconfessabili, che ancora oggi tengono banco. Ancora: sulla recente approvazione del disegno di legge che riunifica al Dis le funzioni di analisi, logistica e personale finora tripartite con Aisi (ex Sisde) e Aise (ex Sismi), si esclude che sia un segnale verso il servizio unico.

Infine:  il capo del governo, su richiesta del presidente del Copasir, dovrà spiegare al comitato le motivazioni dell’opposizione del segreto di Stato. Un passetto in avanti. Così, dopo i più che altro apparenti sdoganamenti della riforma del 2007, un bagliore all’orizzonte c’è. Ma nella pratica? Troppi sigilli restano incollati ai faldoni degli archivi. Ma non sono soltanto quelli e le normative a mantenere il riserbo di Stato. E’ anche la mancanza di memoria. Di coscienza storica. Che è appassita in maniera direttamente proporzionale alla sin troppo longeva conservazione del segreto. Non bastano documenti. Occorrono le parole. Le persone. Che a volte spariscono, dimenticano o vogliono dimenticare. 

Credere che tutto sia nero su bianco significa illudersi. La storia non è conservata in un archivio formale. Ma nei suoi protagonisti. Nei ripostigli personali. Della coscienza. Indagare significa toccare con mano. Conoscere. E spetta a tutti. Non solo a un magistrato. Le famiglie delle vittime delle stragi sono sole col proprio sentimento di memoria. Appese al filo dell’oblìo scacciagrane. Un anno fa, ricorrendo l’anniversario del massacro di Bologna, davanti alle centinaia di corone di fiori, scoprii una famiglia dell’Anconetano che aveva celebrato il proprio dolore in silenzio. Al riparo dai microfoni di Stato. Erano disillusi. Da questo vuoto storico. A cui non darà certo più di tanta voce il nodo più sciolto del segreto di Stato.