La Francia ha detto che non rispetterà il rapporto deficit/Pil del 3%. E’ un passo formale, legge di stabilità, pforte per cambiare le regole d’ingaggio all’interno dell’Unione europea. Più rumoroso di quanto anticipato ieri, e passato relativamente sotto silenzio, dal ministreo dell’economia italiano che hannunciato lo slittamento del rispetto del fiscal compact. Il punto di caduta, però, continua  non fare sconti: nessuno in europa e probabilmente sui mercati, si scandalizzerebbe a colpi di spread se Roma sforasse i parametri per produrre un robusto tagli di spesa – qualche decina di miliardi – per riversarne il ricavato a servizio di una forte riduzione fiscale. Viceversa, se lo sforamento dovesse servire soloa  far corree ancora il debito pubblico sarebbero dolori. E fatica sprecata.