Una scheda velocissima. Concisa, rapida e essenziale (o almeno spero). Serve perché, qualora non ve ne siate accorti, c’è una rivoluzione in corso, una rivoluzione di carta, una rivoluzione che potrebbe scardinare, piacevolmente scardinare, il mondo dei fumetti classici. Zagor cambia. Meglio: cambia il contesto. L’eroe, che dal 1961 allieta le nostre giornate con le sue storie dalla foresta di Darkwood in compagnia di Cico e in lotta perenne contro nemici ora inquietanti ora crudeli ora bizzarri, si “modernizza”. Entrano infatti in campo, protagoniste quasi assolute, le donne. Breve inciso: io sono un semplice lettore di fumetti, non un esperto. Non faccio un’analisi filologica, ma registro un avvenimento che potrebbe avere una portata epocale.

Vediamo dove si consumano questi atti rivoluzionari. Due albi. Il primo, il Maxi Zagor “I racconti di Darkwood”. Il secondo, la nuova collana delle “Darkwood Novels”. Storie brevi, essenziali, un inno alla sintesi letteraria. Lo schema dei “Racconti”, già sperimentato con successo: uno o più personaggi esterni – negli altri c’era addirittura Edgar Allan Poe… – si ritrovano e raccontano (in questo caso seduti al Trading Post di Pleasant Point) avventure che Zagor ha vissuto e che pochi conoscono. Si alternano disegnatori e sceneggiatori diversi, tutti in gran forma. Trame avvincenti che non vi racconterò, ma sempre sospese tra precisa ricostruzione storica e ambientale e stile fantasy oltre ai consolidati stilemi del “western” (tenete conto che le avventure di Zagor sono ambientate presumibilmente negli anni Quaranta dell’Ottocento in Nordamerica). Dicevo della rivoluzione al femminile: tre ragazze intelligenti e libere (Ellie May, Jenny e Sara) gestiscono, assieme al titolare Peabody, un saloon che è un luogo cult di Darkwood: da lì passano tutti arrivando dal fiume. Si fermano, mangiano e bevono, raccontano storie. Con le tre ragazze molte attente. Vuoi vedere che una di esse è innamorata del nostro eroe? Come reagirebbe a questa notizia lui che fa parte di una schiera di eroi che non ha tempo per innamorarsi?

Intriganti davvero anche le Darkwood Novels. La trovata narrativa è molto, molto letteraria. Siamo a Philadelphia nel 1860. Un giornalista è alla ricerca di notizie su un personaggio scomparso, non si sa dove e come, da tempo. Si parla di Zagor, ovviamente. Il giornalista viene ricevuto da un uomo misterioso, seduto su una poltrona: non si sa chi sia, ma è uno che sa molte cose dello Spirito con la scure. E che, sempre in ombra, racconta episodi inediti della vita del Nostro. Ovvio: tra gli appassionati si è già scatenato il toto-nomi. Chi sarà? Solo alla fine della serie, chissà, lo sapremo. Ma anche qui le donne diventano protagoniste. Una su tutte: Kendra. Non vi dico di più. Sappiate che è di un fascino irresistibile e che Zagor… no, basta.

Una rivoluzione non da poco, dunque, per il fumetto classico bonelliano. Anzi, due rivoluzioni: le donne protagoniste e la brevità dei racconti o, meglio, dei romanzi brevi che prendono spunto da una precisa tradizione che fece furore tra Otto e Novecento e che riprendevano il glorioso filone del romanzo gotico. Ora mi fermo, ho già debordato. Non vi resta che seguire il mio consiglio: leggeteli. Anche perché, per chi è diversamente giovane, per chi ha passato le sue giornate spesso in compagnia di Zagor, si tratta di un “aggiornamento” del passato col proprio eroe preferito. E una qual certa nostalgia canaglia ti prende fra le sue piacevoli braccia.

Un applauso, dunque, alla Bonelli band. E in particolare al “curatore massimo” di Zagor, Moreno Burattini. Di cui invidiamo l’incredibile capacità di lavoro. Un lavoro che unisce professionalità e passione letteraria. Perché senza passione non si va da nessuna parte. Nella vita come nella letteratura.