Porca miseria. Ho sbagliato il piano ferie. E non posso cambiarlo al volo. No, il mio capo non è cattivo. Macché. Non è proprio possibile. Ora, direte voi che avete la pazienza di seguirmi: a noi che ce ne importa delle tue ferie? Ve lo dimostro in poche righe. E anche voi, manzonianamente, esclamerete: “Dovrà dir sospirando io non c’era”. Specie se la letteratura è uno dei cardini della vostra azione quotidiana. Ma, come si scriveva una volta, andiamo con ordine.

Nel trapanese ci sono molti luoghi indimenticabili. Della serie: se ci vai, poi non vorresti più staccartene. A me ne piacciono due, in particolare. Marsala, per le mie passioni garibaldine. Castellammare del Golfo perché è Sicilia di mare, una Sicilia carica di memorie da accarezzare e di futuri da preassaporare.

Bene, proprio a Castellammare, dal 18 al 22 luglio, va in scena la quinta edizione del festival “Contaminazioni”. Un titolo impegnativo, direte. Di sicuro, vi rispondo. Anche perché l’esigenza di contaminarsi, in questi tristi tempi in cui si straparla di “invasioni”, è ormai non più rimandabile. La squadra di Contaminazioni lo fa attraverso le armi della letteratura e dell’arte. Con ospiti (e qui capirete perché anche voi avete sbagliato il piano ferie) di sicuro spessore. Il minimo comun denominatore è che sono tutte donne, a parte Alessandro Leogrande. Alessandro, purtroppo, ci ha lasciati un anno fa. A lui, scrittore e giornalista fra i migliori a raccontare il dramma dei migranti, viene dedicata la nuova sezione del Festival “Incontri perduti” (altro titolo impegnativo, sia da un punto di vista simbolico che affettivo).

Le protagoniste hanno nomi noti. C’è Helena Janeczek, la numero uno dello Strega edizione 2018 con il suo “La ragazza con la Leica”, biografia della mitica Gerda Taro, la fotografa ebrea tedesca morta nella guerra civile spagnola, l’ultima, vera grande battaglia ideologica del Novecento in cui le forze del male – Franco, Hitler e Mussolini – ebbero la meglio sulla legittima repubblica nata da libere elezioni nel 1936.

Con lei, Loredana Lipperini, autrice di svariati romanzi fantasy, voce inconfondibile di RaiTre, appassionata cultrice di tutte le letterature, che a Castellammare presenta “L’arrivo di Sauro”.

E ancora: Ornela Vorpsi, albanese, autrice di un romanzo (“Il paese dove non si muore mai”, vincitore, credo, di migliaia di premi…) recentemente ristampato dalla romana Minimum Fax (una delle realtà, per inciso, più interessanti nel non sanissimo panorama editoriale italiano).

E poi: Carola Susani, narratrice divertente e divertita che guida un laboratorio di scrittura creativa.

Qui sta il secondo motivo per rimpiangere di aver sbagliato piano-ferie. Il laboratorio, infatti, è dedicato all’Odissea, al suo mito che, permettetemi un pizzico di retorica, infiamma ed entusiasma grandi e piccini sempre e comunque. Altro inciso a conferma di quanto dico: non è un caso che tutti i media abbiano dato ampio risalto alla notizia del ritrovamento, a Olimpia, di una tavoletta di argilla con 13 versi del poema epico di Omero. È lo stesso ministero della Cultura di Atene a sostenere che potrebbe essere «il più antico estratto dell’Odissea». Una stima iniziale fissa l’età del reperto al periodo romano, prima del III secolo d.C.: se la data venisse confermata, la tavoletta sarebbe «un magnifico oggetto di interesse archeologico, epigrafico, letterario e storico».

Ad accompagnare le riflessioni letterarie alle arti espressive con il laboratorio per ragazzi di Adriana La Porta e la mostra fotografica di Lucille Corbeille in collaborazione con Welcome Refugees di Palermo, “Odisseo 2018”, e poi ancora le letture erranti dall’Odissea per il centro storico del paese, e il reading teatrale dal Moby Dick di Herman Melville a cura di Paolo Arena nella piazza del Castello.

E infine le suggestioni sonore di un’altra donna da poco scomparsa, Chavela Vargas, istituzione della musica messicana.

Sarà insomma l’occasione per ripensare, attraverso la potente arma della letteratura, a storie di donne e di uomini e di bambini in fuga da fame, guerra e miseria. Sarà l’occasione per vedere e toccare con mano quanto un romanzo, una parola o una frase possano “contaminare” appunto una comunità più di mille slogan o battibecchi parapolitici. E sarà anche l’occasione per conoscere di persona scrittrici di chiara fama, così eleganti nella loro semplicità. Un modo per divertirsi e pensare. Mica poco.
Certo, se avete preso le ferie nei giorni giusti…
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