Sabrina Del Mastio nei mesi scorsi ha deciso di dire basta. Una delle icone del softball italiano – più di mille partite in carriera, la partecipazione ai Giochi Olimpici di Atene, scudetti, Coppe dei Campioni, Coppe delle Coppe, Coppe Italia e pure una promozione – si è chiamata fuori, dall’agonismo, a 46 anni. Sabrina, per dirla tutta, avrebbe anche continuato volentieri, ma le sue articolazioni, dopo più di mille battaglie, le hanno suggerito di usare un po’ di prudenza. E’ stata premiata subito, dal Bussolengo e dalla federazione. Mentre lunedì sera, nell’ambito della consegna delle Stelle al merito, a Bologna, il Coni delle Due Torri l’ha chiamata per due motivi. Per “utilizzarla” come madrina, ma anche per premiare e rendere omaggio a una carriera lunga e straordinaria.
Sabrina è andata in pensione, passateci la metafora, come atleta ma, dentro di sè, ha ancora tanto da dare al mondo del softball, al suo mondo. Basta guardarla negli occhi e sentirla parlare di softball per vederla più luminosa. Basta ascoltare il trasporto con cui racconta il suo sport per capire che siamo davanti a un autentico tesoro. Proprio così: al di là dei risultati, che sono stati eccezionali, Sabrina nel corso di questi trent’anni di agonismo è stata animata da una passione e da un trasporto che non sono mai venuti meno. Passione e trasporto che, per la federazione, devono essere considerati un tesoro di grande valore. Un tesoro da far fruttare. Come? La Fibs, sicuramente, ha idee e progetti. Ma applicando un po’ di buon senso si potrebbe anche solo immaginare Sabrina Del Mastio come testimonial. Il miglior testimonial che il softball potrebbe avere. Mandiamola (ovviamente chiedendo il suo permesso) nelle scuole. Mandiamola con un guantone e una pallina. Mandiamola nelle scuole una volta alla settimana. Tra qualche anno, mettendo a frutto la sua passione e il suo entusiasmo, avremo decine, centinaia di praticanti in più. E’ brava, sa raccontare il suo sport, sa trasmettere emozioni. E ha soprattutto una storia bella da raccontare. Per noi, inguaribili appassionati di queste storie, vale un vecchio adagio. Chi non conosce la propria storia, non ha futuro. Se, al contrario, riusciremo a mettere la storia di Sabrina a disposizione di tanti giovani, ecco che allora il futuro, sarà più roseo. Scommettiamo?