Moda, follia o, come ama spesso dire l’Uisp, un sano stile di vita? La Run 5.30, la corsa all’alba inventata da Sabrina Severi e Sergio Bezzanti che all’ombra delle Due Torri ha trovato una solida spalla nell’Uisp, contiene tutti questi aspetti.
Un po’ di moda, perché correre all’alba, partendo dall’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli, fa molto vip. E’ una corsa che piace alla gente che piace. Perché in mezzo ai cinquemila e rotti che ogni anno si svegliano prestissimo, ci sono tanti volti noti delle Due Torri. Dalla politica allo sport (non necessariamente l’atletica), dall’imprenditoria all’economia. Senza dimenticare che, in quest’ultima edizione, la Run 5.30 ha potuto contare anche sulla “benedizione virtuale” dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi.
E proprio Zuppi è risultato il “vincitore”: tanti lo hanno avvicinato per scambiare quattro chiacchiere, per una battuta o, semplicemente, per un selfie. Il vescovo, senza scomporsi, e con il sorriso sulle labbra, ha accolto tutti.
Follia, si diceva, perché chi ce lo fa fare, di svegliarci prima ancora dell’alba, quando le strade sono ancora buie, per raggiungere il centro della città? Una piccola dose di pazzia. Ma anche la gioia, fanciullesca, di scoprire i colori della città al risveglio, con le Due Torri e San Petronio sullo sfondo. Uno scenario unico.
E infine torna in ballo il tormentone dell’Uisp: sani stili di vita. La levataccia è un sacrificio non indifferente. Ma dopo aver rotto il ghiaccio e corso (o camminato) si scopre, quasi per magià, una giornata più lunga e un’energia incredibile. E forse inspiegabile.
Ecco perché la Run 5.30 ha tanto successo: moda, follia e sani stili di vita.