E’ il momento del baseball. Anzi, ci sono serie possibilità che, proprio il batti e corri, possa essere considerato a tutti gli effetti lo sport del presente (e del futuro), in piena emergenza legata al Covid-19.
Ci hanno cancellato la Coppa dei Campioni di Ostrava e, questo, è un peccato, soprattutto in chiave azzurra ed… economica. Non solo perché l’UnipolSai Fortitudo Bologna ha trionfato, lo scorso giugno, al Gianni Falchi. Ma anche perché – in questo clima in cui in Europa ci sono richieste di aiuto e offerte a interessi non propriamente … bancari – sarebbe stato davvero bello, bastonare (sportivamente parlando) gli olandesi per il secondo anno consecutivo.
Il baseball è lo sport del momento perché basket e volley hanno chiuso i battenti (non senza polemiche per altro). E invece la Fibs ha potuto annunciare il nuovo inizio (con conseguente calendario) per il 13 giugno. Tutti chiudono, noi del baseball, abbiamo una data, una speranza, un obiettivo, un traguardo e un sogno.
Ma non è l’unico motivo per guardare al futuro con ottimismo. Anche se, per dirla tutta, dobbiamo mescolare ironia e un pizzico di amarezza per andare avanti armati di fiducia.
Baseball sport del futuro perché, in alcuni ruoli, è già a norma. Vanno di moda (per sicurezza è chiaro) mascherine e protezioni? Il catcher e l’arbitro di casa base sono già adeguatamente attrezzati. Senza dimenticare che, quando si trovano in battuta, alcuni giocatori (soprattutto quelli di scuola americana) utilizzano protezioni particolari con una sorta di caschetto.
Stiamo diventando tutti esperti nella materia di distanziamento sociale? Bene. Volete forse sostenere che tra una base e l’altra ci sia meno di un metro? E tra lanciatore e battitore? Anche qui l’etichetta distanza di sicurezza è un semplice eufemismo.
E quando un attaccante riesce a raggiungere il cuscino di prima (o di seconda o di terza) una volta arrivato si stacca, per prendere vantaggio. Mentre il difensore non si muove. Il risultato è che le distanze vengono rispettate.
Certo, ci sono situazioni limite da studiare e da regolamentare. Per esempio il faccia a faccia (non succede sempre, ma accade) tra manager e arbitro (sempre quello di casa base, che però è protetto) in occasioni di chiamate di strike o ball non particolarmente gradite. C’è poi il caso della “ballerina”: chi dei due difensori si avvicinerà di più all’attaccante colto nel tentativo di rubare la base?
O anche l’arrivo in scivolata dell’attaccante a casa base, con il catcher che, in qualche modo, tenterà in tutti i modi di toccarlo per causarne l’eliminazione ed evitare così un punto al passivo.
Minuzie sulle quali si può lavorare.
E, ora, la punta (vera) di ironia e amarezza. Leggiamo sempre più spesso che stadi e palazzetti, così come li avevamo visti e amati, dovranno modificare strategie e spaziature. A parte qualche finale scudetto o finale di Coppa dei Campioni, quando mai, per una partita di campionato, abbiamo visto le tribune di un impianto di baseball stipate?
Il baseball (paradosso, è chiaro) ha giocato d’anticipo anche in questo fondamentale. E, l’ultima considerazione, riguarda quella che era considerata una zavorra per il baseball. La “durata” delle partite. Nel batti e corri sai quando cominci e puoi ipotizzare un orario di chiusura. Ma non puoi mettere la mano sul fuoco. Perché, per assurdo, si può andare avanti a oltranza. Un handicap, si diceva, pagato a caro prezzo sugli spazi televisivi. Uno sport che ha un inizio, ma non ha certezze sull’orario di chiusura non può andare in tivù. Ve la immaginate una partita interrotta – televisivamente parlando – al sesto o settimo inning per lasciar spazio a un documentario sull’invasione di cavallette (in questo periodo di Coronavirus manca solo una delle celebri piaghe d’Egitto)?
E queste giornate di lotta senza quartiere al Covid-19 non sono diventate, improvvisamente, lunghissime? Quale miglior antidoto, alle lunghe giornate, a partite di 3-4 ore piene?
Lunga vita al baseball. Proviamo a sorridere e a ritrovarci sui diamanti d’Italia il 13 giugno. Il batti e corri (almeno per il momento) può.