La domanda sorge spontanea. La formula attuale della Coppa dei Campioni è la migliore possibile? Lo confessiamo candidamente: non abbiamo una risposta precisa. Ma i primi due giorni della Champions in salsa bolognese qualche dubbio lo lascia affiorare. Ovvero si dice che i due gironi e le otto squadre rappresentino il meglio del baseball europeo. Giusto, giustissimo, sacrosanto. Il meglio, crediamo, quando si vedono partite equilibrate e tirate come Rotterdam-Parma o Amsterdam-UnipolSai Bologna, finite entrambe sul 2-1, ahinoi, per la gioia degli olandesi. Ma il Parma che cancella gli ambiziosi Huskies di Rouen in cinque inning con un perentorio 21-3? Di più: sedici punti in un inning, con un giocatore, Vinales, capace di confezionare due fuoricampo nello stesso giro. Bravo Vinales a farsi trovare pronto. Ma del livello dei lanciatori francesi vogliamo parlare?
Il fuoricampo è nel baseball uno dei gesti più belli. Ma terminata l’emozione per l’azione restano i dubbi. Ovvero: è giusto mettere insieme otto squadre, per cinque giorni, se il divario tra i club è così elevato? E che dire, poi, di L&D Amsterdam-Deurne Spartans finita anche in questo caso in soli cinque inning con un altrettanto perentorio 17-0?
Vero che ogni partita fa storia a se ma, l’impressione, è che tra quattro squadre e le altre quattro il divario sia così evidente da diventare quasi imbarazzante. E’ vero che, giocando contro i migliori – pensiamo ai belgi o ai francesi – sicuramente si cresce. Ma trattandosi di una finale a otto crediamo sia normale avere un maggiore equilibrio. Quell’equilibrio che, in alcune gare, finora, è clamorosamente mancato. E per fortuna, almeno per i tifosi che hanno raggiunto il Gianni Falchi, che l’organizzazione della Fortitudo fino a questo momento è stata davvero eccellente. Perché quei divari, così clamorosi, fanno male agli appassionati. Così torniamo alla domanda iniziale: siamo proprio sicuri che una formula così costruita faccia il bene del baseball europeo?