La finale scudetto farà discutere ancora a lungo. La Fortitudo Bologna rivendica, legittimamente, il merito nella vittoria dello scudetto che ha significato la stella. La serie scudetto, del resto, era sul 3-2 per l’UnipolSai Bologna e, dopo cinque inning (anzi, sei attacchi disputati dai Pirati), il punteggio era sul 2-0 Fortitudo, con Sambucci già sul cuscino di prima base. Rimini si sente defraudata perché la gara è stata dichiarata chiusa dopo cinque inning.
Tutti i giocatori Fortitudo, poi, a fine gara hanno ribadito un concetto: avrebbero preferito la conclusione naturale al nono inning del confronto. Si discuterà ancora, certo, ma un punto di contatto, tra Fortitudo e Rimini, può e deve esistere. Un punto in comune per evitare il ripetersi di situazioni come quella di domenica. Un punto per crescere e per evitare, come ha detto capitan Liverziani – uno che ha 41 anni di baseball ad altissimo livello e potrebbe dare lezioni di batti e corri a chiunque – di ripetere certe situazioni.
Evitare a comando la pioggia non si può, a meno di poter contare su impianti “coperti”. Ma siamo in Italia e i sogni, di solito, sono americani. Bisogna evitare, al contrario, che gli arbitri (elemento fondamentale di qualsiasi sport) vengano messi sotto pressione. Che vengano spinti da una parte e dall’altra, da tecnici e dirigenti arrabbiati. E allora come evitare che un diluvio possa creare ulteriori discussioni?
Semplice, applicare la regola del buonsenso. E il buon senso, in questo, caso, significa cambiare il regolamento. Se piove e se il campo non è utilizzabile, bisogna sospendere le partite. Ma se una squadra, per esempio, ha disputato 4,2 inning pressoché perfetti, trovandosi sul 2-0 ed essendo più vicina alla conquista dello scudetto, ha tutto il diritto di chiedere che, per arrivare al nono, si debba tenere conto del pregresso. Di quello che è successo fino a quel momento. In fondo, anche il calcio ha cambiato le proprie regole. Un tempo, le partite sospese (per nebbia, per pioggia o per mille altri motivi) riprendevano dall’inizio e dal punteggio di perfetta parità, 0-0. Adesso no: si riparte dal minuto in cui è stato sospeso il match, tenendo a mente il risultato fino a quel momento maturato. Ryan Searle – aspetto da tenere bene in considerazione – prima del diluvio era stato perfetto. Uno strikeout dietro l’altro, nessuna valida concessa e, al massimo, un paio di basi ball. Ecco perché, per evitare discussioni, in futuro, basta poco. Diversamente si chiamerà in ballo ancora una volta la pioggia: con una squadra che cercherà di chiudere i conti velocemente, per arrivare alla fine del quinto inning. E che un’altra, sotto nel punteggio, faccia melina, in battuta, chiamando sistematicamente tempo (quello che è successo domenica, per esempio) e sperando che Giove Pluvio riazzeri il tutto, per avere magari un’altra chance. Ecco: nelle tante chiacchiere legate alla finale scudetto di questi giorni, è mancato tanto quel buon senso e quello spunto offerto da capitan Liverziani: “Prendiamo atto di quello che è accaduto e facciamo di tutto perché situazioni del genere non si ripetano”. Dai grandi campioni, oltre al talento e alle giocate eccezionali, c’è sempre qualcosa da imparare. E capitan Liverziani, uno che in battuta non si scompone mai e sa sempre selezionare il lancio migliore da trasformare in valida, è un campione anche di buon senso. Ascoltiamolo. Per il bene di uno sport chiamato baseball.