L’aneddoto della sosta vietata si presta con sorprendente accuratezza a spiegare quanto accadeva nel mondo della finanza con le manipolazione miliardarie del mercato delle valute: per i giuristi il segnale di divieto equivale all’indicazione di non parcheggiare il veicolo in una determinata posizione, per gli economisti si traduce con un emblematico “parcheggia pure se sei disposto a pagare la multa”.

Ed erano del tutto consapevoli delle possibili sanzioni le banche americane ed europee (ma non italiane) che hanno ammesso i comportamenti illeciti e si preparano a pagare altri 5,6 miliardi di dollari per risolvere l’ultimo contenzioso con le autorità americane e britanniche. Le statunitensi Citicorp e JP Morgan sborseranno rispettivamente 925 milioni di dollari e 550 milioni, le britanniche Barclays e Rbs altri 650 e 395, la svizzera Ubs se la caverà con 203 milioni da versare al Dipartimento di giustizia a stelle e strisce. Ma il conto è ancora lungo e salato, la Banca centrale americana ha infatti fatto scattare multe per 1,8 miliardi per Ubs, JP Morgan, Citigroup, Rbs, Bank of America e Barclays, che dovrà inoltre una ulteriore multa di 1,3 miliardi.

Non è la prima stangata contro i colossi della finanza mondiale, responsabili dell’odiosa manipolazione di Euribor e Libor che indicano i tassi di riferimento per le transazioni, i mutui e i prestiti di centinaia di milioni di famiglie, imprese, per le strategie dei fondi pensione sulle due sponde dell’Atlantico: a fine del 2013 la Ue aveva richiesto sanzioni altri 1,7 miliardi di euro (in totale sono più di sei) per la frode sui tassi di interesse al fior fiore delle banche del vecchio continente (tra loro la tedesca Deutsche Bank e la francese Société Générale) mentre Ubs si era redenta per aver rivelato i meccanismo dell’illecito.

Dall’esplodere della grande crisi le sole banche americane stanno contabilizzando perdite per oltre 130 miliardi di dollari e quelle inglesi dovranno anche risarcire una ventina di miliardi di sterline. E pensare che quegli stessi istituti erano stati salvati con i soldi pubblici: nel complesso 1.200 miliardi di dollari degli americani erano finiti nelle casse dei giganti traballanti nel solo 2008, ben 1.240 miliardi di euro in aiuti erogati in Europa. Per scoprire poi che una parte di quelle risorse veniva utilizzata dai banchieri in speculazioni contro chi li aveva salvati.