Alessandro Farruggia

KABUL _ Ancora pioggia di attacchi terroristici in Afghanistan. A  Kabul è andato in scena un duplice attacco secondo la criminale tecnica della doppia esplosione, con la seconda ritardata deliberatamente per colpire i soccorritori. I morti sono 29 e 49 i feriti. Ed è stata strage di giornalisti, ben nove. Che diventano dieci perchè oggi alle 16 ora locale, a Khost è stato assassinato un reporter di BBC Pashto, Ahmad Shah. Il giornalista, che lavorava da un anno con BBC da un anno è stato assassinato mentre tornava a casa da un killer in motocicletta.

Nel Sud del paese è andato in scena anche un terzo attacco, condotto, come quello di Kabul, con kamikaze. L’attentato suicida è stato effettuato contro un convoglio della Nato, nella provincia di Kandahar, ha fatto 12 vittime, ma a farne le spese sono stati al solito dei civili: tutti  bambini studenti di una Madrasa, una scuola coranica. Sedici i feriti, tra i quali 8 sodati romeni e 3 poliziotti.

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L’attacco più devastante è quello di Kabul, la cui responsabilità è stata rivendicata dall’Isis, impegnato in una guerra fratricida con i talebani per la prevalenza  nell’insorgenza e quindi in necessità di atti terroristici eclatanti. La prima esplosione è avvenuta intorno alle 8 del mattino, ora locale, nella zona di Shashdarak, a Kabul, dopo che un attentatore suicida su una moto ha fatto esplodere i suoi esplosivi, ha confermato il capo della polizia di Kabul, Daoud Amin. “La seconda esplosione (VIDEO QUI) è avvenuta sulla scena della prima esplosione circa 20 minuti più tardi, dopo che i sanitari, le forze di sicurezza e i giornalisti sono arrivati nella zona”. Duplice strage.

Il secondo attentatore suicida si è fatto esplodere giornalisti e i poliziotti che coprivano l’area”, ha dichiarato un portavoce del Ministero dell’Interno Najib Danish, aggiungendo che “sono state uccise 21 persone, tra cui tre poliziotti”. Ma il num,ero delle vittime era destinato a crescere. Il Ministero della Salute hanno infatti alzato il bilancio “29 persone sono state uccise negli attacchi di oggi e oltre 49 altre persone sono rimaste ferite. Le vittime sono state portate all’ospedale di  Wazir Akbar Khan e all’Emergency Hospital”. “La seconda esplosione _ ha detto il reporter di Tolo TV Gulabuddin Ghubar, che era sulla scena _ mentre giornalisti e cameramen erano impegnati a coprire la notizia”.

Questa strage passerà alla storia come la strage dei giornalisti.

 

Ecco i nomi dei caduti.

1.    Mahram Durani – Azadi Radio
2.    Ebadullah Hananzai – Azadi Radio
3.    Yar Mohammad Tokhi – TOLOnews Cameraman
4.    Ghazi Rasooli – 1TV Journalist
5.    Nowroz Ali Rajabi– 1TV Cameraman
6.    Shah Marai – AFP Photographer
7.    Saleem Talash – Mashal TV
8.    Ali Saleemi – Mashal TV
9.    Sabawoon Kakar – Azadi Radio

Il più noto di loro era Shah Marai, il fotografo dell’Afp, le cui foto di cronaca (vedi QUI) hanno segnato la storia dell’Afghanistan di questi anni. Avevo avuto modo di conoscerlo e apprezzarne la professionalità e la grande conoscenza del suo Paese. Il suo amore per la gente e il suo profondo disgusto per la guerra. Da qualche anno aveva perso la speranza per il suo paese, e dal 2016 aveva preso a dirlo apertamente. Conoscevo anche Sabawoon Kakar di Azadi radio. Uno dei tanti giovani colleghi afghani motivati da passione civile.

Sono caduti nell’esercizio della loro missione: informare. Con ogni probabilità, come di Ahmad Shah, erano tra gli obiettivi della strage. La mente criminale che ha pianificato l’attacco voleva colpire i soccorritori, quali che fossero e i giornalisti erano una categoria privilegiata tra i target. I talebani, l’Isis e gli altri gruppi terroristici di varia sfumatura attivi in Afghanistan vedono oggi nell’uccisione dei giornalisti un mezzo per avere visibilità, per scalare nella gerarchia delle notizie sui giornali internazionali e trasmettere il concetto che l’Afghanistan è senza legge e alla loro mercè.

Ma le notizie, anche se stavolta faranno piacere ai macellai talebani, non si fermano perchè la libertà d’informazione, che i terroristi negano disprezzano anche se vogliono usarla come qualsiasi generale in qualsiasi guerra, impone di riferire puntualmente e con rigore quello che succede, quale che sia il fatto a chiunque possa beneficiarne sul piano della propaganda. E in Afghanistan quello che succede è il conto dei morti. L’Afghanistan oggettivamente scivola davvero, lentamente, inesorabilmente, verso un sempre minor controllo da parte delle forze dell’incerto, diviso, incapace e corrotto governo centraleLa percentuale di distretti sotto il controllo o l’influenza dei ribelli è infatti raddoppiata dal 2015, mentre la percentuale di distretti contesi è aumentata di quasi il 50% dal 2015 e la percentuale di distretti sotto il controllo o l’influenza del governo è diminuita di oltre il 20% dal 2015. È la certificazione di una debacle.

Shah Marai Shah Marai 1 Shah Marai 2