Linate, dal 1937, è una cosa viva, un pezzo importante di Milano. E Piero Bassetti, primo presidente della Lombardia, uno che le cose milanesi le conosce fino in fondo, sostiene che vada bene pensare all’aeroporto cittadino, ma aggiunge che, senza Malpensa, Milano rischia di perdere la connettività con il resto del mondo.
Perché se il problema delle compagnie aeree è quello di raccogliere passeggeri, la questione che deve affrontare la metropoli è diversa: deve agevolare più che possibile la sua capacita di mettersi in relazione con altre realtà produttive molto forti e competitive.
Vero. Tanto che, su questo siamo tutti d’accordo, e ci mancherebbe.
Il punto, però, è che Linate è un aeroporto incredibilmente comodo. Chi viaggia, se può, sceglie la comodità. Che vuol dire far prima, stancarsi meno, divertirsi o lavorare di più. E questo sì che, semplicemente, è un vantaggio strategico. Ci sono urbanisti che costruiscono le piazze in luoghi sperduti, sperando che prima o poi la gente le riempia. E ci sono quelli che le costruiscono dove la gente già si incontra. Di solito, i progetti più belli, che guardano lontano e che alla fine ottengono successo, sono proprio quelli che partono dalle esigenze e dalle necessità della comunità all’interno della quale essi nascono. Perché, allora, non prenderne atto? Perché non prendere atto del fatto che un aeroporto a pochi minuti dalla piazza del Duomo continuerà inevitabilmente ad avere il suo ruolo?