Com’è il teatro da ascoltare, immaginandoselo senza poterlo vedere? Un’architettura fantastica costruita da Kate Bush capace di passare una vita a stupire, senza smentirsi mai. Rammentate? Nel 2014 lasciò sbalordito il pianeta annunciando il ritorno ai concerti: 22 date a Londra, e stop, 35 anni dopo l’ultima esibizione dal vivo. Biglietti frantumati in un amen. Poi la lunga attesa. Vuoi che non esca nulla di quel momento? Due anni di silenzio, evidentemente trascorsi a rimuginare, visionare filmati e file audio poi il colpo: spunta un cd, dal vivo, triplo, che si chiama come lo spettacolo ‘Before the dawn’. Ma niente dvd, niente video. E così uno spettacolo teatrale come sono i concerti di Kate Bush sei costretto a immaginarteli: il rumore dell’elicottero, lei nell’oceano….Perché? Perché Kate Bush è sempre stata originale (e per questo un’artista assolutamente unica, da ibernare per il suo genio), c’è da scommettere che lei, ossessionata dalla sua privacy e dal suo look, non abbia accettato di trasmettere ai posteri  un’immagine inevitabilmente lontana dalla silhouette deliziosa degli anni 80. Tant’è. Ma il triplo (qualcuno pubblica ancora dischi tripli?) è bellissimo. Pare di essere all’Hammersmith. Stupisce fino in fondo: non aspettatevi ‘Babooskha’ o ‘Wuthering heights’, di pezzi famosi troverete al massimo ‘Running up that hill’ e ‘Cloudbusting’. Ma a lei si perdona questo e altro.