Caro Dottor De Carlo,
leggo che al Senato USA hanno approvato una legge che permetterebbe, se accolta anche alla Camera,
ad un clandestino di avere in tredici anni la cittadinanza .
Mi permetto di dire che sarebbe una cosa terribilmente ingiusta riguardo a chi si comporta LEGALMENTE
e cerca di vivere e lavorare onestamente arrabattandosi tra visti e attese infinite della Green Card.
Non è una cosa degna di quel grande Paese !
Con affetto
Romano Bernardi

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Caro Bernardi, lei ha ragione. Almeno in via di principio. Gli stranieri entrati legalmente si sentiranno svantaggiati nel senso che per avere la cittadinanza potrebbero essere costretti ad aspettare più di coloro, che entrati illegalmente si troveranno a beneficiare di tempi ridotti in forza della nuova legge.

Ma gli immigrati, soprattutto gli ispanici, sono diventati una forza politica imponente: poco meno di un terzo dell’intero corpo elettorale. E tendono ad aumentare grazie alla loro proverbiale prolificità. Non dimentichi che lo scorso Novembre Obama ha rivinto proprio per essersi aggiudicato il 73 per cento del voto ispanico.

Ovvio che all’inizio del suo secondo mandato il riconfermato presidente abbia fatto della nuova legge sull’immigrazione una delle sue priorità. E non solo per riconoscenza, ma anche e soprattutto per assicurare in futuro al suo partito, il democratico, il consenso di una fetta crescente dell’elettorato.

D’altra parte anche i repubblicani sono interessati allo stesso elettorato. A Novembre Romney perse proprio per averlo ignorato. Il che non vuol dire che il prossimo candidato repubblicano alla presidenza riuscirà a riguadagnarselo. Da che mondo è mondo gli immigrati della prima generazione votano a sinistra.
Entro certi limiti. Dall’ampiezza di questi limiti dipenderà la percentuale del voto ispanico che anziché votare democratico voterà repubblicano.

Ecco perché la legge ha un supporto bipartisan. Dopo il Senato ora sarà discussa alla Camera. Ci saranno emendamenti soprattutto in tema di prevenzione degli ingressi illegale. E dunque più barriere lungo la frontiera con il Messico, più poliziotti, più deportazioni. Ma – detta in soldoni – la filosofia della nuova legge è questa: chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori.

So bene che in Italia qualcuno indicherà l’esempio americano per introdurre un’amnistia analoga. Dimentica però che gli Stati Uniti sono un continente e l’Italia, al confronto, è un francobollo, per di più in procinto di soffocare economicamente.