Caro De Carlo,
le allego un paio di lettere che tentai di spedire a Berlusconi molti anni fa. Ah! Se mi avesse dato retta. Ma volendo sarebbe ancora in tempo.
Gino Selmi
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Caro Berlusconi,
hai ragione.
Certamente anche il Partito Comunista e le cooperative rosse trafficavano con tangenti, fondi neri e finanziamenti illeciti. E’ anche vero che molti magistrati preferiscono indagare in casa tua piuttosto che a casa della sinistra,
Tu sei diventato ricchissimo: complimenti. Ma perché hai voluto fare il politico? Hai voluto completare il tuo successo risanando l’Italia disastrata? Volevi cioè diventare un “eroe” e riempire pagine e pagine nei futuri libri di storia? Oppure sei stato costretto a metterti in politica per contrattaccare chi voleva distruggere le tue TV approfittando di “Tangentopoli”?
Temo che il vero motivo sia quest’ultimo. Se così è, me ne dispiaccio grandemente. Tangentopoli è stata un’occasione sprecata. Occorreva qualcuno capace di dire “Siamo stati tutti tangentieri, mettiamoci una pietra sopra e facciamo nuove regole che rendano più difficili queste cose in futuro” Certo c’è stato Craxi che ha cominciato a dire “chi è senza peccato scagli la prima pietra” e l’hanno immediatamente lapidato. Forse tu hai capito come stavano le cose e ti sei limitato al possibile.
Tuttavia un “eroe” serviva; serviva chi, mettendo l’accento su “facciamo nuove regole che rendano più difficili queste cose in futuro”, trascinasse l’opinione pubblica verso questa meta. Al tempo in cui Di Pietro ti mandava gli avvisi giudiziari a Napoli e Bossi ti tradiva, la gente ti avrebbe capito, apprezzato e forse seguito se tu avessi detto: “Ma certo che ho pagato tangenti, tutti le abbiamo pagate, anche voi per farvi la casa in barba al piano regolatore, ma ora è ora di darci un taglio, qui serve una nuova Costituzione dove il Potere di Controllo sia elettivo e indipendente dagli altri poteri. Negli ultimi cinquant’anni il mondo è cambiato e dobbiamo darci una mossa”.
E se qualcuno dei tuoi dubitasse della necessità di nuove regole (anche alla faccia di Pannella e delle sue lobbies per finanziare i partiti), fagli leggere, non nell’Unità, ma nel Resto del Carlino del 21/01/02 pag.10, a proposito del fallimento Enron: “…questa storia porterà probabilmente alla riforma del finanziamento dei partiti perché si è scoperto che le aziende possono condizionare la politica….” “…una società di certificazione dei bilanci come la Artur Andersen che garantiva presso la borsa americana e gli azionisti che tutto era in regola…” e trarne le debite conseguenze. Forse sarò un illuso, forse Scalfaro e magistratura t’avrebbero messo in buca in barba all’opinione pubblica, ma che bello se tu ti ci fossi provato!

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Caro Berlusconi,
tu sai benissimo che con Tangentopoli hanno avuto a che fare tutti: sinistra, centro, destra, industriali, giudici eccetera compreso il privato cittadino che s’è fatto la casa in barba al Piano Regolatore e sai anche che Tangentopoli non è finita. Quando ti dicono “Non potevi non sapere” rispondigli che anche loro sapevano benissimo come stavano le cose.
Mi pare quindi che la battaglia a cui assistiamo, sia una battaglia fra “simili”: chi vincerà diventerà “santo” mentre chi perderà verrà dichiarato “ladro”. Ma di questi “ladri” ce n’è una moltitudine e siccome nelle nostre carceri presenti e future non c’è posto per tutti, consiglierei di metterci una pietra sopra. Dopo la guerra, fucilato Mussolini e concessi alcuni mesi per le varie vendette, tutti diventarono “cul e pataia” (“amiconi” nel mio dialetto) mentre stavolta la manfrina va avanti da quasi dieci anni e non se ne può più.
Quindi, caro Berlusconi, se ti vuoi procurare un grandissimo posto nella storia, dovresti urlare “Siamo stati tutti tangentieri, mettiamoci una pietra sopra e facciamo nuove regole che rendano queste cose più difficili in futuro”.

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Una pietra sopra? L’unico in grado di mettercela è Napolitano, se avrà il coraggio supremo di tentare. Altrimenti una valanga di pietre seppellirà tutto e tutti.