Il Pd inteso come partito organizzato che intercetta e rappresenta i propri elettori e, in generale, l’interesse collettivo di una comunità, anche influenzando le scelte di governo, a Firenze non esiste più o quasi. Azzerato il dibattito interno, addormentati i dissindenti, senza più peso nei confronti di chi ha in mano la guida della città. Se ne saranno resi conto le migliaia di persone (quasi 87mila voti) che il 25 maggio hanno fatto la croce sul
simbolo di quel partito? Nardella ha fatto le scelte secondo la sua stretegia di squadra. Piena libertà e piena responsabilità. Sono rappresentate altre aree Pd in
giunta che non siano quelle renziane (o rappresentanti civici)?  No. Forse sarebbe stato giusto dare concretezza al pensiero di allargare i confini ai non renziani, un pensiero che si è infranto con il no della Simoni, visto che la valanga di voti non sarà stata proprio tutta esclusivamente di appassionati del premier.Ma non solo. Si dovrebbe discutere anche la presenza del giovane Gianassi (Federico) che oltre ad aver fatto il presidente di quartiere (attestato di merito) è anche il segretario cittadino del Pd. Domanda banale, ma da fare, altrimenti a Firenze sembra che sia tutto normale: ma se il Pd dissente su qualche linea del governo Nardella che fa Gianassi? Firma un bel comunicato contro il suo sindaco che lo ha chiamato in giunta? E allora perché non dimettersi da segretario o non accettare il ruolo di assessore (come ha fatto a Prato l’altrettanto giovane segretario Pd Bosi?). Ultima nota: Biagiotti, neosindaco di Sesto ha chiamato in giunta una lavoratrice Ginori per guidare lo sviluppo economico. Scelta rischiosa,ma con un’idea dietro. Il Pd sestese si è lamentato per la scarsa considerazione nelle scelte. L’ultimo respiro dalla Piana