LO ABBIAMO detto subito, quando il temporale estivo annunciato dai bollettini toscani e dalla protezione civile si è trasformato in un abbraccio tanto violento da stritolare i tetti di case e da stroncare pini secolari in grissini: «E ora non diteci che è solo colpa del tempo».
Adesso, quanto il conto dei danni continua a lievitare e lo stupore davanti a tanta furia devastatrice mette i brividi, La Nazione fa al sindaco cinque domande che la maggior parte dei fiorentini si pone. Attediamo chiaramente la risposta, che non mancherà ne siamo certi, di Nardella.
1. Perchè il coordinamento Regione-Comune sull’allarme meteo non ha funzionato?
Il rimpallo è tradizione istituzionale, ma stavolta non ci stiamo.
2. Perché lo strumento alert system del Comune non è stato attivato, se non prima del nubifragio, almeno subito dopo?
Bello strumento, utilizziamolo. Altrimenti perché si sono spesi quei soldi?
3. Perché il Comune punta essenzialmente sui social media per dare informazioni alla popolazione pur sapendo che la maggioranza di cittadini anziani non ne ha accesso?
Twitter, facebook, istagram. «Ma icche sono» si chiede la nostra amica lattaia, 77 anni, che vende rigorosamente Mukki. I nonni dai capelli bianchi sono solidali.
4. Perché il sottopasso del Gignoro, da anni, tutte le volte che piove diventa un pericolo?
Novella dello stento. Per realizzarlo ci sono voluti anni e anni, per renderlo sicuro ancora non è stata fatta l’impresa. Incredibile. Sabato sera rischio tragedia con un’auto intrappoltata sott’acqua.
5. Perché il Comune non ha chiesto una manutenzione straordinaria delle caditoie a Publiacqua e a Quadrifoglio per i mesi estivi al fine di prevenire gli allagamenti delle strade?
Altro ritornello tutto fiorentino: i pozzetti non vengono puliti, alcuni sono ’murati’ dal sudicio. D’Angelis, allora presidente Publiacqua lanciò lo slogan ’Adotta una caditoia’. Ora fa il direttore, secondo alcuni della Pravda Unità. I tombini sono rimasti sempre un grave problema. E gli allagamenti continuano.