“Il fronte sovranista ha bisogno di collanti, dobbiamo fare gruppo. La manifestazione della Lega e di Fratelli d’Italia è un’iniziativa giusta”. A parlare non è Matteo Salvini, ma l’eurodeputato Marco Zanni, ex grillino da poco passato al gruppo eurofobico Enf, quello del leader del Carroccio e di Marine Le Pen.
Che effetto le fa manifestare con Salvini?
“Non sono stato in piazza, ma approvo. Senza contare che per Lega e Fdi è anche un messaggio forte a Berlusconi: o sull’Europa sei con noi, o sei fuori e molti azzurri verranno nel fronte sovranista”.
Il suo passaggio da Grillo a Salvini è il segnale di avvicinamento tra i due gruppi?
“Dopo quello che il Movimento 5 Stelle ha combinato in Europa col vano tentativo di passare all’Alde, gruppo liberale pro Ue a trazione tedesca, salvo poi tornare al più euroscettico di tutti, Nigel Farage, non mi stupirei di nulla. Tutto è possibile”.
Del resto, con la legge proporzionale uscita dalla Consulta, per governare bisogna allearsi.
“Se poi, come credo, si andrà verso un premio alla coalizione anziché alla lista, unirsi sarà ancor più indispensabile”.
Vede punti in comune tra Lega e 5 Stelle?
“Sì, ma il Movimento dev’essere chiaro sul vero tema della prossima campagna elettorale: l’uscita dall’euro e dall’Unione europea”.
Insomma un irreversibile cambio di rotta dei grillini?
“È il motivo principale del mio addio al M5S. Nel 2014 feci la campagna elettorale proprio sul no all’euro, ora il Movimento ha fatto un’inversione a U”.
Perché questa svolta moderata?
“Grillo e Casaleggio hanno il timore di perdere voti, quindi l’uscita dall’euro è diventato un tabù. Negli ultimi tempi, quando andavo in tv, il capo della comunicazione, Rocco Casalino, mi diceva di non parlarne. Peccato che nel 2015 l’hashtag fosse #fuoridall’euro”.
Sull’immigrazione, però, c’è convergenza.
“Leggendo i post dei vertici sì, ma gli eletti M5S sull’immigrazione sono molto più a sinistra. Il problema di un’alleanza con Grillo è proprio qui: il Movimento è troppo eterogeneo”.
Quindi un asse con la Lega sarebbe un rischio?
“L’ala sinistra e più ortodossa del M5S potrebbe andarsene. Il malcontento sia a Bruxelles sia a Roma ha raggiunto livelli preoccupanti. Quando ci sono le riunioni dei gruppi sembra il Far West. E non esagero. Il M5S non si divide giusto perché le elezioni sono imminenti”.
Da un punto di vista della leadership, quali sono le differenze tra Salvini e Grillo?
“Salvini è inclusivo ed è un leader capace di delegare che ha fiducia nei suoi collaboratori. Grillo e Casaleggio, al contrario, escludono e non si fidano di nessuno. Temono che tutti siano in cerca solo di poltrone e pubblicità”.
Stare con Salvini, però, significa trovarsi a manifestare anche con CasaPound…
“Non condivido le loro idee, ma sono No euro e contro l’Unione europea. È ciò che conta per me. Sabato andrò anche a un incontro della sinistra No euro con Stefano Fassina”.

Intervista pubblicata il 29 gennaio su QN

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