QUALCHE tempo fa durante un pranzo nella saletta del Resto del Carlino, quando gli Stadio fecero i direttori per un giorno, Gaetano Curreri, l’eterno ragazzo, spiegò cos’è per lui Bologna. Fece clic sul rewind della memoria ed evocò la vittoria di una delle finali scudetto della Fortitudo basket, la squadra del cuore per la quale ha anche scritto un inno. «Ricordo quella marea di bandiere bianco blu che sventolavano intorno al Nettuno… che fascino, che bella Bologna…». Passione ed emozione, sport e musica, vitalità e menti creative. Eccola la città vista dalla tribuna d’onore degli Stadio, la Bologna che hanno evocato, ringraziato, rilanciato nelle mille interviste seguite alla notte dei miracoli di Sanremo. E’ la culla della musica dove sono cresciuti insieme a Lucio Dalla, il grande mentore, Gianni Morandi, Luca Carboni, Vasco Rossi, l’amico di sempre. Gli Stadio e la passione senza confini per Bologna, per i suoi volti, la sua storia. Nell’epoca in cui la politica tende a omologare la società e ad appiattire le differenze, è entusiasmante leggere, nel giorno di un trionfo artistico, la voglia di sottolineare l’appartenenza alle proprie radici. Un senso identitario che è un valore. Andrebbe insegnato a scuola. «Bologna è la città della musica, la Nashville italiana e ora tocca alla politica rilanciarla», ha detto a caldo con le lacrime appena trattenute per l’emozione Gaetano Curreri. «Bologna? Gli vogliamo un bene dell’anima». Trovatene un altro che nella notte sfavillante di San Valentino urla una dichiarazione d’amore così forte per la sua città. Un inno di cuore e memoria. E i bolognesi hanno risposto ed esultato sui social, rispolverando un orgoglio che nella vita civile e politica è sfilacciato e affievolito. Il governo della città non ha visioni di lunga durata, manca di prospettiva, lavora più sulla tattica che sulla strategia.
CHISSÀ che gli Stadio, anche nel nome e nel ricordo di Lucio Dalla, non riescano a scuotere dal torpore le Due torri e quel Nettuno che fece sognare Gaetano Curreri. Chissà che se, da una canzone e dal palco dell’Ariston di Sanremo, non riparta il riscatto. Gli investitori stranieri stanno tornando da noi, gli americani moltiplicano le presenze turistiche, da Berlino ci sono buoni segnali sui benefit che potrebbe portarci la film commission. Ottime prospettive, ma serve più spessore politico. Il sindaco Virginio Merola dice: «Vincono gli Stadio, vince Bologna». Loro ce l’hanno fatta, chi governa la città ha ancora molto da fare per alzare un trofeo.
Beppe Boni