Bella e struggente, un interminabile rosario di battaglie alle spalle, morta ad appena venti anni per difendere i curdi, il suo popolo. Di Asia Ramazan Antar, nata a Qamishli (Kurdistan siriano) nel 1996, si è impossessato immediatamente lo stereotipo maschilista. E’ stata ribattezzata la “Angelina Jolie dei curdi” per la foto nella quale l’elmetto nasconde i capelli scuri, ma non i lineamenti regolari.

La somiglianza con l’attrice americana ha oscurato i suoi meriti militari e il coraggio che l’avevano proiettata, in appena due anni, a un alto grado delle Ypj, le unità femminili per la “protezione del popolo”, fra settemila e diecimila volontarie di età compresa fra i 18 e i 40 anni. Perfino il suo nome è ancora incerto. Secondo il sito “Globalist” si chiamerebbe infatti Viyan Qamışlo. Qamışlo è il nome curdo della sua città, vicinissima al confine con la Turchia.

Il gruppo Facebook “Vogliamo un Kurdistan libero” ha postato la notizia che è caduta “in uno scontro con Daesh (l’acronimo in lettere arabe del sedicente Stato Islamico)”. Secondo Globalist è stata fulminata a Manbij, la cittadina strategica liberata dai curdi e dalle milizie tribali sunnite il 13 agosto. Il sito Iran Front Page scrive invece che è stata colpita a morte a Jarablus. In quel villaggio le sarebbe stato fatale un combattimento con le forze del Fronte Democratico Siriano appoggiate dalla Turchia. Sul modello delle curde siriane sono nate unità di sopravvissute alla mattanza di migliaia di yazidi sterminati dagli uomini in nero di Abu Bakr al Baghdadi nelle montagne del Sinjar al confine fra la Siria e l’Iraq.  Proprio nei giorni scorsi le ex vittime hanno formato il battaglione delle “figlie del sole”. Il ministero dei Peshmerga del Kurdistan iracheno ha armato e addestrato 142 combattenti. Il reparto è stato schierato nella regione di origine. “Sono pronta a combattere ovunque nel Kurdistan, mia sorella è stata uccisa dagli uomini in nero”, ha dichiarato al sito “Rudaw” Enas Xiro Amru. Le siriane delle truppe Ypj sono state in prima linea nella strenua difesa di Kobane assediata dai miliziani dell’autoproclamato Califfo dal 16 settembre 2014 al 26 gennaio 2015. La fine di Asia-Viyan coincide con un momento di grande difficoltà per i curdi siriani.

L’operazione turca “Scudo dell’Eufrate” ha fermato l’avanzata delle unità Ypg (quelle maschili) e Ypj dal cantone di Kobane verso quello occidentale di Afrin Nei giorni scorsi un gruppo di attivisti, fra i quali figurano diversi parlamentari, ha cominciato uno sciopero della fame per la “mancanza (da 18 mesi ndr.) di notizie certe e affidabili sullo stato di salute di Abdullah Öcalan”, il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), dal 1999 il solo detenuto nell’isola- penitenziario di Imrali. In Turchia oltre undicimila insegnanti sospettati di essere “sostenitori” del Pkk sono stati sospesi.

 

 

 

 

 

 

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