Il voto amministrativo è stato uno schiaffo al potere di Erdogan, il primo dal 1992. Il presidente turco ha perso la capitale Ankara, un cambio della guardia atteso da un quarto di secolo. A Istanbul, il cuore economico e culturale del Paese, la metropoli della quale il “Sultano” è stato sindaco dal ’94 al ‘98, ha vinto con un distacco di circa 25 mila suffragi Ekrem Imamoglu, lo sconosciuto alfiere dell’opposizione sostenuto dal Chp, il partito Repubblicano del Popolo, e dal Partito Buono di centro-destra, lo Iyi guidato da Meral Aksener. Ha battuto l’ex primo ministro Binali Yildirim, alfiere dell’Akp, il partito del capo dello stato. Curiosamente l’agenzia ufficiale Anadolu ha smesso di diffondere dati alle 22 e 30 di domenica e ha ripreso 24 ore dopo. Yildirim ha rivendicato la vittoria quando lo scrutinio dei voti era ancora in corso. L’opposizione ha sostenuto il contrario.

Secondo il prudentissimo giornale “Hurriyet”, in passato un coraggioso quotidiano liberal, le percentuali definitive del fotofinish sono queste: 48,79 per cento dei voti per Imamoglu e 48,51 per Yildirim su circa 9 milioni di suffragi. Ad Ankara invece Mansur Yavas, il candidato del Chp socialdemocratico, ha conquistato il 50,91 dei suffragi contro il 47,10 racimolato da Mehmet Ozhaseki, fedelissimo di Erdogan. Il suo successo è stato salutato con fuochi di artificio, concerti di clacson e sventolii di bandiere turche.

A livello nazionale l’Akp (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) mantiene la leadership. Ha ottenuto il 44,31 per cento delle preferenze e 39 sindaci in città capoluogo delle 81 province, un livello che comunque segna una flessione rispetto alle elezioni presidenziali del 24 giugno 2018. La coalizione dei partiti al governo supera il 50 per cento solo grazie al bottino dagli ultranazionalisti dello Mhp, 7,31 per cento delle preferenze e 11 primi cittadini soprattutto nei centri che si affacciano sul Mar Nero. Sicuro del sostegno della destra estrema, Recep Tayyip Erdogan ha tutte le intenzioni di andare avanti. “Si voterà – ha detto – nel 2023”.

L’opposizione ha confermato la presa sul suo tradizionale feudo di Smirne grazie al successo del socialdemocratico Mustafa Tunc Soyer. Sulla costa mediterranea il Chp, forte del 30,11 per cento di consensi a livello nazionale, ha espugnato anche Adana, sede di un importante polo industriale, e Antalya, la Rimini turca. Il Partito filo curdo Hdp, guidato da due leader in carcere dal 4 novembre del 2016, ha riconquistato la capitale del Kurdistan turco Diyarbakir (62 per cento ad Adnan Selcuk Mizrakli), Batman, Mardin, Siirt, Hakkari e Van. A livello nazionale si è fermato al 4,24 per cento, un risultato molto al di sotto del 10 per cento superato nel voto del 24 giugno 2018 per la presidenza e per l’Assemblea Nazionale. E’ l’effetto della scelta di concentrarsi sul Kurdistan turco e di non presentare candidati altrove per favorire gli aspiranti primi cittadini del Chp. Per la prima volta un capoluogo di una provincia sudorientale, Tunceli, sarà guidato da un comunista. Mehmet Fatih Macoglu, del Tkp, ha coagulato il 32 per cento dei consensi. Ha deposto la scheda nelle urne l’84,67 per cento dei 57 milioni di iscritti alle liste elettorali.

La crisi economica ha tarpato le ali di Erdogan. Nei giorni che hanno preceduto la consultazione la lira turca ha fluttuato ampiamente, arrivando a perdere il 5 per cento sul dollaro. Il 22 marzo la Banca Centrale ha dovuto ammettere che le sue riserve in valuta estera sono calate di 6,3 miliardi di dollari nelle prime due settimane del mese. I rendimenti dei titoli di stato a 10 anni hanno raggiunto il 18 per cento. L’inflazione è al 19. E’ aumentata di 4 miliardi di dollari l’esposizione di famiglie e imprese in valute meno instabili.

L’Akp promette ora una valanga di ricorsi. Ad Ankara Fatih Sahin, il segretario cittadino, denuncia irregolarità e voti non validi nella maggioranza dei 12.158 seggi. La sua compagine politica chiederà nuovi conteggi in ogni distretto della capitale. A suo giudizio consentiranno “significativi avanzamenti”.  Secondo l’agenzia ufficiale Anadolu, la stessa mossa si ripeterà certamente a Istanbul e nella provincia orientale di Igdir. La tornata amministrativa è costata sei vite e una ventina di feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.