«In bilico
tra santi e falsi dei
sorretto da
un’insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio …».

Dai Negramaro alla Trenkwalder, Da una canzone ad un sogno. E’ arrivata proprio lì, la squadra biancorossa. In bilico tra santi e falsi dei, in bilico tra sogni e paure. E’  sbucata per prima sul rettilineo d’arrivo di un campionato in cui doveva ricostruire la propria anima devastata da troppe stagioni deludenti, da troppe partite perse, da troppe occasioni sciupate. C’è riuscita benissimo. Anzi, è andata oltre ogni aspettativa. Ed ora, negli ultimi 200 roventi minuti della stagione, deve restare lì, al comando. Rintuzzare tutti gli attacchi avversari. Completare quello che potrebbe diventare un capolavoro. In queste ultime cinque partite, la Trenkwalder può cambiare volto alla sua storia. Tornare in serie A proprio mentre la federbasket sta blindando il massimo campionato italiano (con una riforma che noi continuiamo, in ogni caso, a considerare sciagurata) potrebbe regalare privilegi importanti al club cittadino. Ecco perché, insomma, i 200 minuti che ci apprestiamo a vivere rischiano di essere tra i più importanti mai vissuti dal club cittadino.

La Trenkwalder, in questo momento, ha tutto per farcela: una squadra talentuosa, competitiva e con una panchina lunga, una società che quest’anno ha sbagliato poco e niente, un pubblico che ha riscoperto entusiasmi antichi e sopiti. Aggiungeteci un ottimo calendario da qui al  5 maggio e capirete perché è giusto coltivare un po’ di sano ottimismo.
In tutto questo noi pensiamo che a fare la differenza, in un senso o nell’altro, saranno tre personaggi in cerca d’autore. 
Il primo, ovviamente, è Max Menetti. L’allenatore biancorosso è cresciuto, nel corso della stagione, insieme a tutto il gruppo.  A questo punto anche lui deve fare un ultimo salto di qualità e lavorare perché questa squadra non subisca eccessivamente le pressioni che stanno arrivando. Ed anche perché, in campo, non vada troppo in affanno di fronte alle possibili alchimie avversarie. Ora più che mai bisognerà imporre il proprio gioco ed il proprio ritmo.

Il secondo personaggio in cerca d’autore è quello che noi consideriamo l’ago della bilancia della squadra reggiana: Demian Filloy. Non è stato proprio un caso che il momento di crisi biancorosso sia coinciso con le sue gravi difficoltà personali. Appena Demian ha cominciato a macinare gioco e canestri, la Trenkwalder ha ripreso ad accelerare. E di lui, in questi 200 minuti finali, ci sarà bisogno come del pane. E dell’acqua. E pure dell’ossigeno.

Infine, per chiudere il cerchio, c’è Donell Taylor, giocatore che nei delicati equilibri biancorossi, è importantissimo. Perché Robinson ha bisogno del suo appoggio e dei suoi tiri per poter devastare le difese avversarie con le sue penetrazioni. E perché Taylor può permettere a Slanina, Frassineti e Ruini di giocare senza ansie e senza dover forzare i tiri. A Sant’Antimo sono bastati un paio dei suoi canestri per cambiare cambiare l’inerzia del match. E anche questo, credeteci, non è proprio un caso.
Capito, allora, perché pensiamo che siano loro, i tre personaggi in cerca d’autore, a dover prendere per mano la Trenkwalder e spingerla verso il traguardo finale senza più farla sentire in bilico tra santi e falsi dei…?