Facciamo un po’ di conti? Allora: a settembre noi ci saremo. Nel senso che la Trenkwalder sarà al via della serie A. Questo è poco, ma sicuro. Poi ci sarà Siena, anche se con una squadra meno spaziale di quella attuale considerando che in Toscana non è più tempo di vacche grasse. E ci sarà Milano, che, presumibilmente, diventerà la compagine da battere. Poi ci saranno le ambiziose Cantù di Gianluca Basile e Venezia di Alvin Young. E ci sarà l’altra neopromossa Brindisi, che costruirà sicuramente una formazione di alto livello.

Ci saranno anche Varese, Biella e Sassari dove stanno lavorando sodo per allestire compagini competitive. Ci saranno pure Caserta ed Avellino che paiono aver superato i loro problemi economici, anche se ci auguriamo di non dover leggere, a metà stagione, notizie di polemiche e liti per stipendi non pagati o per qualche giocatore in fuga. Ci saranno Bologna, Pesaro e Treviso tre piazze storiche del basket italiano dove, in questi giorni, stanno nascendo  consorzi di imprenditori per garantire un futuro a squadre che non possono e non devono morire. La Virtus Bologna, in ogni caso, punterà in alto mentre per quel che riguarda Pesaro e Treviso i rebus da risolvere sono  parecchi. Vedrete, però, che ci saranno.

Fin qui siamo a quota 14 squadre. E le altre 4? Beh, a Roma si sta cercando in tutti i modi di convincere Toti a tornare sui propri passi e a riaccendere i motori. L’imprenditore laziale è talmente innamorato del basket che, alla fine,  si farà convincere. Ma, se possiamo dargli un consiglio, dovrebbe fare davvero piazza pulita e ripartire da zero. A Montegranaro e Cremona pare che siano rimasti pochi soldi, ma conoscendo l’entusiasmo che anima entrambe le realtà ci stupiremmo  se non dovesse arrivare l’iscrizione.

Infine c’è Teramo che sta correndo sull’orlo del burrone. Deve trovare almeno due milioni di euro in meno di un mese. L’impresa è disperata e, anche se dovesse farcela, partirà da meno 8 in classifica per le irregolarità amministrative palesatesi in questa stagione. Difficile che, il 30 settembre, la squadra abruzzese sia ai nastri di partenza. Resta il fatto che, facendo un po’ di conti, nella serie A italiana squadre e società davvero sane sono una dozzina. Ed è un dato, questo, su cui riflettere e confrontarsi. Forse è da qui che bisognerebbe ripartire davvero, invece di star lì a parlare di Silver, Gold, riforme dei campionati, ripescaggi e quant’altro…